Tornare a vincere

Il film di Gavin O’Connor, con Ben Affleck, Janina Gavankar e Hayes MacArthur (dal 23 aprile, acquisto e noleggio su Apple Tv, YouTube, Google Play, TimVision, Chili, Rakuten Tv, PlayStation Store, Microsoft Film & Tv, solo noleggio su Sky Primafila, Infinity e VVVVID)

Mariarosa Mancuso

La lunga lista delle piattaforme che propongono il film in acquisto o a noleggio è segno che la chiusura delle sale spinge i distributori a organizzarsi diversamente. Anche per questo film che racconta una seconda chance: del protagonista, ma è sempre bello poterla associare a un momento di difficoltà dell’attore che lo interpreta. In “Tornare a vincere”, Ben Affleck è un operaio alcolizzato, ogni sera deve farsi riaccompagnare a casa perché non si regge in piedi, e tiene le bottiglie di birra anche nella doccia. Nella vita, Ben Affleck ha avuto i suoi problemi con l’alcol, oltre che con qualche brutto film come “Gigli”. Poi – parlando di cinema, si è ripreso con “Hollywoodland”, che raccontava la vita del primo sfortunato Superman George Reeves, e con il bellissimo “Argo”, vincitore di un Oscar annunciato da Michelle Obama, in diretta dalla Casa Bianca. L’operaio alcolizzato, e separato dalla moglie (ma non è l’unica cosa che gli fa affogare la vita nell’alcol) era da ragazzo un promettente giocatore di basket. Carriera poi interrotta – non per il solito incidente, c’era un garbuglio edipico. Gli offrono di allenare una squadretta rimasta senza coach: giocatori svogliati, scarso punteggio in classifica. Glielo chiede il cappellano della squadra, il primo poi a scandalizzarsi per il colorito linguaggio usato da Ben Affleck negli allenamenti. L’urlo “State giocando come femminucce” non cozza invece contro lo spirito sportivo o gli insegnamenti religiosi della scuola. Ben Affleck, piuttosto imbolsito rispetto a come lo ricordavamo, è bravo e fin troppo sottotono. Si scalmana in panchina, durante le partite. Tante e lunghe.

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