
NEMICHE PER LA PELLE
Riunione per mettere a punto la trama di un film italiano. Sembra di sentirli: “Facciamo che un tizio ha avuto come prima moglie Margherita Buy e come seconda moglie Claudia Gerini, così poi dopo morto le obbliga a occuparsi insieme dell’eredità, e noi abbiamo la strana coppia per le battute”. Facciamo, come no, facciamo, ché tanto immaginare trame non costa niente. Ma se si chiamano trame – e non, poniamo, “resti di matassine spaiate riposte in un cassetto per quando servirà un rammendo” – un motivo ci sarà. Com’è che uno prima sposa la nevrotica in tacchi bassi e poi passa alla sciacalla che vende case issata sui trampoli? Un motivo – anche uno straccetto di motivo, giusto per far capire allo spettatore che qualcuno si è posto il problema, e magari lo ha risolto goffamente, ma lo ha risolto – bisognerebbe trovarlo. Son quelle piccole attenzioni che allietano la vita degli spettatori, come i commessi che dicono buongiorno e chiamano per nome. Insomma, nessuno deve aver obiettato e la trama è rimasta tale e quale, perché a guardar bene il modello della comicità italiana ruota sempre attorno a “Ferie d’agosto” di Paolo Virzì. Sono passati vent’anni e le tribù restano uguali, alla faccia della destra e della sinistra che non esisterebbero più. Al cinema saldamente rimangono, e si capisce che la costumista non vedeva l’ora di comprare per Margherita Buy informi casacche di cotonina equa e solidale, tinta a colori pallidini ma ecosostenibili. E di riempire l’armadio della stronza rivale con tubini in pelle lucida (nulla, comunque, che sembri uscito da un guardaroba reale, contemporaneo, comprabile da persone che non abitano su un set). L’eredità si rivela essere un bimbetto – viene detto subito – che le due dovrebbero congiuntamente allevare. A questo punto qualcuno avrebbe potuto suggerire, sempre quando il film era in fase di progetto: “E se facessimo fare alla Buy la parte della stronza palazzinara, e alla Gerini la parte della mangiatrice di cibi biologici, nonché psicoanalista per cani, non sarebbe più divertente?”. Certo che lo sarebbe, ma in Italia queste cose non si fanno: lo spettatore vuole essere rassicurato, non intrigato. Quanto alla moda delle coppie femminili, al marketing devono aver scoperto che ormai solo le donne adulte vanno al cinema – quando non tengono in piedi le vendite di libri – e si regolano di conseguenza.


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