IL CLUB

Mariarosa Mancuso

    E’ cosa nota e universalmente riconosciuta che oggi l’impegno cinematografico abbia a cuore due temi: i migranti e i preti pedofili. Ultima paladina pervenuta, nel caso dei migranti, la premiatissima Meryl Streep, che ha caldeggiato la causa di “Fuocoammare” e del regista Gianfranco Rosi regalandogli l’Orso d’oro a Berlino. Penultima condanna pervenuta, nel caso dei preti pedofili, “Spotlight” diretto da Tom McCarthy, regista che dopo tanto impegno nel mettere in luce le magagne della chiesa e i meriti dei giornalisti investigativi ha deciso di prendersi una vacanza dirigendo per Netflix una serie con Selena Gomez, diva adolescente del vivaio Disney (quando c’erano i fan in fila a Venezia per l’autografo – recitava in “Spring Breakers” di Harmony Korine – il massimo dello chic era dire “Selena chi?”: li abbiamo ritrovati tutti in fila a celebrare Umberto Eco, perché lui sì che si occupava seriamente di Mike Bongiorno). L’ultima condanna pervenuta – nel calendario delle uscite in sala, il film vinse il Gran Premio della Giuria alla Berlinale del 2014 – è l’opera cupa del regista cileno Pablo Larrain. Era sembrato di vedere uno spiraglio con raggio di sole in “No – I giorni dell’arcobaleno”: invece del solito feticcio Alfredo Castro aveva un attore come Gael García Bernal che ogni tanto sorrideva. Retromarcia precipitosa, qui torna Alfredo Castro che attira a sé tutti i mali del mondo, tutte le sofferenze, tutte le brutture, e le rilancia a noi poveri spettatori con la stessa identica espressione, valida sia per il personale sia per il politico. E dunque siamo sulla costa cilena, villaggetto sperduto, preti che all’inizio non si capisce perché si trovino lì, accuditi da una perpetua, l’addestramento di un levriero da corsa come unico svago. Lo spettatore non fan di Pablo Larrain – cominciò la sua brillante carriera festivaliera con il film “Tony Manero”, e allora pensammo che Alfredo Castro, smesso il completo bianco con camicia nera da John Travolta avrebbe cambiato la sua impenetrabile espressione – comincia ad avvertire disagio e disinteresse. Si risveglia quando un barbone dalla strada urla ai preti – che ora sappiamo essere in punizione – le sevizie subite da bambino. Si risveglia un pochino anche la trama: il prete accusato si spara un colpo in testa, da Santiago mandano un ispettore giovane e bello per indagare.