
99 HOMES
Difficile capire quale ragionamento porti oggi nelle sale un film visto alla Mostra di Venezia nel 2014 (proprio mentre viene annunciato nell’offerta per gli abbonati a Netflix). Non possiamo neppure ricorrere alla spiegazione “presenza di un attore che prima nessuno si filava, ora reso celebre da un blockbuster” (Oscar Isaacs, per esempio, a cui dobbiamo l’uscita in sala di “A Most Violent Year” di J. C. Chandor, ribattezzato per lo spettatore scarso di fantasia “1981: Indagine a New York”). Andrew Garfield ebbe il suo grande momento come Spider Man, ha dovuto lasciare il posto al nuovo uomo ragno Tom Holland (farà il suo debutto in “Captain America: Civil War”, diretto da Joe e Anthony Russo, poi nel 2017 avrà un film tutto per sé). Michael Shannon si sta avviando a una lunga serie di ruoli da matto o da invasato. Laura Dern è sempre bravissima, ma a differenza del padre Bruce Dern – rilanciato da “Nebraska” di Alexander Payne e ora in “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino – non trova ruoli adatti. Deve essere il tema, sulla scia di “La grande scommessa”, sulla crisi finanziaria del 2008 e i mutui concessi a persone che non se li potevano permettere. “99 Homes” parla di gente cacciata dalla propria casa perché non ha pagato le rate del mutuo. Finché rimane su quel terreno, lo si guarda perlomeno con curiosità, per le tecniche e per certi arredamenti che raccontano più storie di tanto cinema italiano. Poi però cambia registro. Il giovanotto Andrew Garfield buttato fuori da casa sua con la famiglia trova lavoro passando dalla parte del nemico Michael Shannon. Ha bisogno di soldi, motivazione che per il regista – nato negli Stati Uniti da genitori iraniani – considera altamente riprovevole. Un po’ più facile capire perché esca in occasione di San Valentino un film ambientato a Natale come “Single ma non troppo” di Christian Ditter. Un regista tedesco per una commedia romantica? Sicuro, poi però le goffaggini e le incertezze si vedono, anche se il copione è scritto da Liz Tuccillo, la donna dietro il successo di “La verità è che non gli piaci abbastanza”. Rebel Wilson è la grassona che vuole solo divertirsi, Dakota Johnson – brava e carina - la “da-sempre-in-coppia” che decide per un periodo di prova prima del matrimonio (vanno sempre malissimo, non ci parlate mai con le amiche?).


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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