LA CORRISPONDENZA

Mariarosa Mancuso

    Con che coraggio si pregheranno gli spettatori in sala di spegnere i cellulari – per “non interrompere un’emozione”, secondo lo slogan felliniano contro le interruzioni pubblicitarie dei film in tv – quando la protagonista smanetta di continuo? All’università durante le lezioni, quando dovrebbe studiare, ogni volta che va a teatro: vero è che gli spettacoli in scena non paiono granché, ma nessuno obbliga a frequentare la danza moderna, se la danza moderna non piace. La ragazza – Olga Kurylenko, ex Bond girl di anni 36, qui studentessa un pochino fuori corso – nella prima scena bacia Jeremy Irons – suo professore di astrofisica, anni 67 – in una delle meno credibili scene di passione che la storia del cinema ricordi. Hai voglia a farle dire “lasciami una delle tue canottiere, l’altra ha perso il tuo odore”. Quando la chimica tra due attori non esiste, non sarà una sceneggiatura di Giuseppe Tornatore a crearla. Ancora malconci per “La migliore offerta”, di cui ancora non abbiamo capito il fascino (e quel che si capiva, l’esperto d’arte Geoffrey Rush che colleziona ritratti di femmine perché una donna vera non la vorrebbe toccare neppure con i guanti che sempre indossa, francamente non era gran cosa) tocca sobbarcarsi questa storia d’amore. Dove – non ridete, già abbiamo riso noi – ha un suo ruolo la nebulosa del granchio, e il Lago d’Orta fa da sfondo a un dramma cominciato dalle parti di Edimburgo. Detto Lago d’Orta, e in misura minore anche Edimburgo, sono popolati da personaggi sinistri che albergano solo nei film di Tornatore. Perfino il barcaiolo che traghetta la ragazza sull’isola di San Giulio ha una faccia inutilmente scolpita e ieratica (sì, abbiamo riconosciuto la citazione da “Gli Uccelli” di Alfred Hitchcock; sì, abbiamo riconosciuto pure Caronte traghettatore di morti, dettaglio che all’azienda turistica locale deve essere sfuggito). L’antipatica con il cellulare sempre acceso riceve messaggi dall’aldilà, o forse da una stella morta che ancora manda la sua luce. Intanto lavora come stuntman, controfigura nelle scene pericolose. Mica per guadagnare, per colpa di un trauma infantile (lo spettatore attende impaziente il controtrauma risolutivo, per andare a casa presto). Inutile, recitato male, pochissimo credibile. Ma il venerato Tornatore non si stronca mai, quindi piovono stellette.