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Il personaggio
Chiuso il tour invernale di Olly. Possiamo dirlo: è il più "vaschiano" di tutti
Passato un periodo musicale occupato da artisti woke, fluidi e tutti politicamente corretti, Olly, dopo Vasco, ha riportato sul palco, e sotto il palco, il maschio che sculetta, muove il bacino, mima gli amplessi, twerka, provoca sesso e libido
Si è concluso ieri sera a Napoli il tour invernale di Olly, che ha registrato tutto esaurito con due tappe a Genova, Milano, e Roma (c’era anche Mariaelena Boschi), dopo gli 80 mila sotto la pioggia dell’Ippodromo. E altre centinaia di persone sono rimaste fuori a ogni tappa perché truffati dai reseller. E il sold out già registrato per il tour primaverile nei palazzetti e le tre tappe allo stadio di Genova. Che non riapriva ai concerti da 21 anni dopo l’ultimo di Vasco. È il fenomeno musicale del 2025, ma non c’entra Sanremo, ed è destinato a durare.
Solo chi non lo aveva già sentito poteva dire che aveva vinto il festival perché sponsorizzato dalla sua manager Marta Donà. Striscia la Notizia ha marciato su questo complotto per settimane, dandogli il tapiro. Noi, che lo seguivamo da tempo, e ci eravamo accorti di ciò che stava accadendo nei social, ma soprattutto lo avevamo visto sul palco mangiarsi i club, su queste pagine avevamo già scritto che sarebbe stato il vincitore. Perché rappresentava il ritorno del maschio "etero". Dopo un periodo musicale occupato da artisti woke, fluidi, ipersensibili, iperimpegnati, iperdelicati, tutti politicamente corretti. Olly dopo anni, anzi, dopo Vasco, ha riportato sul palco, e sotto il palco, il maschio che sculetta, muove il bacino, mima gli amplessi, twerka, provoca sesso e libido. Finora lo facevano le donne, ora lo fa un maschio. E non è sessismo.
Tutte impazziscono, perché da anni anche sotto il palco non si trovano più etero così. E per lo stesso motivo piace anche e soprattutto ai maschi etero. Che finalmente possono finire di nascondersi. Olly è rock, pop, rap, e a tratti melodico. Duro come Vasco e profondo come De Andrè. Il concerto si apre con Albachiara e si chiude col Pescatore. E in mezzo ci ha messo anche Pino Daniele. Il segreto però è Genova. E si sente. Le canzoni ormai occupano le radio, e l’album ha sbancato tutte le classifiche. Ma sono le live, e i social, i veri posti dove si scatena il fenomeno Olly.
Su tiktok tutti, a qualunque età, cantano i suoi brani. E i live sono un delirio. Più che un concerto sono una festa collettiva, dove tutti sanno già le canzoni. Una cosa così l’abbiamo vista solo ai concerti degli Oasis. Lui sul palco si diverte e fa casino con i suoi amici: fumano, ballano, si scatenano, bevono e offrono da bere. E l’unica cosa che vorresti è far parte della sua comitiva. Solo chi non aveva visto la scena di "depresso fortunato" ha potuto creare la polemica estiva per il tavolo lasciato sporco al ristorante. E lui gli ha risposto dal palco modificando proprio il testo di quella canzone: "Il paese era incazzato, perché ho versato un po' di vino". Olly e i suoi amici, Juli, Gas Gas, e il grande capitano Alberto, sono così: se la godono e se ne fottono. Senza dare fastidio a nessuno, ma senza voler essere giudicati.
E questo il senso del brano più vaschiano di tutti: "così così": "Parlano, parlano, qua sono tutti geniali, tutti equilibrati, cattolici, cristiani, e sono tutte puttane tranne le loro mogli, le figli, le madri, ma dai. Qua sono tutti più bravi, noi ci pensiamo domani. Io me la vivo così. Che più fastidio vi do, più voglio starmene qui, Io me la vivo così, Che più mi dite di no, più voglio fare di sì, io me la vivo così". Finalmente abbiamo trovato un artista con cui si possono identificare, divertire, e scatenare tutti quelli che inneggiano alla libertà.


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