La nuova canzone
Dell'esperimento canoro del duo Boccelli-Sinner restano solo polvere e noia
Un singolo pop costruito a tavolino. Un'operazione d’immagine tra cliché motivazionali e noia orchestrale. Poca musica e parecchia confusione sul ruolo del tennista nel progetto
Nel giro di pochi minuti due notizie hanno movimentato la giornata dei tifosi di Jannik Sinner. La sconfitta agli ottavi del torneo di Halle e la collaborazione con Andrea Bocelli per il singolo “Polvere e Gloria”. Una sfortunata coincidenza ha unito due situazioni completamente lontane che sono sembrate connesse stuzzicando il mondo social con l’invito rivolto al tennista di dedicarsi esclusivamente al tennis (follia) e l’accusa (ingiusta) al tenore toscano di portare sfortuna.
Il brano, uscito ieri a livello internazionale, è scritto da Stephan Moccio, Giovanni Caccamo, Alfredo Rapetti (Cheope), oltre a Bocelli stesso, e prodotto da Pierpaolo Guerrini. A presentarlo da Miami, Veronica Bocelli, plenipotenziaria di tutte le operazioni musicali (e non) del marito.
Alla notizia, il mondo musicale non si è fermato ma in tanti è sorto il dubbio e la curiosità (anche nel sottoscritto) del ruolo fattivo di Sinner nel pezzo. Oltre che con la racchetta sarà un fenomeno anche con il microfono? Il tennista declama solo qualche frase a effetto in inglese partecipando però a una operazione presentata con lo scopo “di motivare i ragazzi della sua età” ma, in verità, pensata solo per fini commerciali e di immagine. Collaborando con Sinner, Bocelli aggancia una nuova fetta di pubblico: quello degli amanti del tennis, che con l’ascesa dei nostri atleti sono triplicati. Il cantante incontra anche un pubblico di giovani perché, non bisogna mai dimenticarlo, Sinner ha solo ventitré anni. Collaborando con Bocelli, Sinner rinsalda la sua italianità, rafforza l’amore e la confidenza con i suoi tifosi e rilancia il suo essere testimonial di quei valori come lavoro, dedizione, resilienza ed educazione.
Alcune foto che accompagnano il brano sembrano realizzate con l’AI: i due sono vicini ma rivolti in direzioni diverse; il gioco degli scacchi, tutte con un filtro arancio che colora gli scatti. Ma parliamo di musica. Lo stile è quello pop, non stupisce, perché ormai da tanti anni Bocelli ha intrapreso questa strada, non avendo mai pienamente sfondato nella lirica. Tappeto di pianoforte e archi, e la voce di Sinner che declama: In our lives there will always be many first times; all you have to do is be yourself.
È un tennista, non Vittorio Gassman, ci mancherebbe. Il timbro è quello monocolore come nelle interviste post gara, in un inglese che è pur sempre la sua terza lingua. Strofa e ritornello di Bocelli, qualche rima (gloria-storia), con impennate di voce su sillabe deboli – ma questo strappa l’applauso e aizza il sentimento – in un crescendo che porta al ritornello dove si risentono gli echi di “Con te partirò”, altro suo grande successo. Il testo prosegue con una serie di luoghi comuni e paralleli “tra vita e partita che toglie e che dà”. Ogni tanto ricompare la voce di Sinner e tutto scorre in una noiosa ripetitività armonica che sfocia in un corposo finale in cui il tennista numero uno al mondo afferma: Talent doesn’t exist. Proprio così: il talento non esiste, si crea con lo sforzo. Jannik Sinner è la dimostrazione vivente dell’esatto contrario. Il più forte giocatore al mondo, italiano, è dove merita di essere grazie proprio al suo infinito talento e al duro lavoro di ogni santo giorno. Le due cose sono imprescindibili in qualsiasi campo: il solo, incessante sforzo non ha mai creato un top player, e nemmeno il solo talento permette di rimanere in alto. Intanto confidiamo che Jasmine Paolini non collabori con Il Volo, mentre della canzone del duo Bocelli-Sinner rimane solo “polvere e noia”.