
D. Harding sul podio dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia (foto Accademia Nazionale di Santa Cecilia)
Musica a Roma
La sfida Wagner per Santa Cecilia
Appunti sulla stagione 25/26, che partirà a fine ottobre. Figlia della programmazione di Michele Dall'Ongaro, ma con alcune novità. E la Valchiria inaugurale sposterà l'asticella un po' più in alto
Nuovo logo: il carapace dell’Auditorium stilizzato (“perché questa è prima di tutto la nostra casa”, dice il presidente-sovrintendente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia). Un claim – “classica, presente, eterna” – riferito ovviamente alla musica in programma. Un impegno quasi a tempo pieno di Daniel Harding, alla sua seconda stagione da direttore musicale, che sarà sul podio per otto produzioni e tre tour internazionali. Un’inaugurazione che sposta un po’ più in alto l’asticella della ormai consueta sfida sinfonico-operistica e che trasfigurerà in parte la sala di Santa Cecilia con un’esecuzione in forma scenica della “Valchiria” di Richard Wagner. E poi, la carrellata di direttori ospiti: dai più familiari al pubblico romano, a cominciare dall’emerito, Antonio Pappano, per continuare con Daniele Gatti, Tugan Sokhiev, Manfred Honeck, Myung-Whun Chung, Semyon Bychkov, ai debuttanti sul podio ceciliano Joana Mallwitz, Alexander Soddy, Petr Popelka. E la schiera dei solisti: Batiashvili, Shaham, Kavakos al violino, Rana, Schiff, Sokolov, Grimaud, Lang Lang (che sembra il più atteso a giudicare dai prezzi della serata) e i giovani talentuosissimi coreani Seong-Jin Cho e Yunchan Lim, al pianoforte – per citarne solo alcuni. Ecco dunque la stagione 25/26 di Santa Cecilia che partirà a fine ottobre.
Una stagione ancora in gran parte figlia della programmazione (a lungo termine, come si conviene al mercato internazionale della musica) di Michele Dall’Ongaro, come ha riconosciuto il nuovo presidente dell’Accademia Massimo Biscardi, alla sua prima presentazione della stagione. Ma qualche novità, uscendo dalla zona “artistica”, c’è: un lieve ritocco all’insù dei prezzi dei biglietti (non degli abbonamenti) ma anche una diversa geografia dei settori della sala, per cui le ultime file di platea, per esempio, ora hanno una “tariffa agevolata”. E, altra “nota di servizio”, dalla prossima stagione l’inizio dei concerti del giovedì e venerdì avrà un orario unificato: le 20.
I programmi poggiano sulle basi solide (anche troppo) della tradizione ottocentesca e del primo Novecento, con significative aperture sul Barocco (Rinaldo Alessandrini per la prima volta a tu per tu con i ceciliani, Marc Minkowski con i suoi magnifici Musiciens du Louvre, il “Messiah” di Handel con il Monteverdi Choir e gli English Baroque Soloists, la “Passione secondo Matteo” di Bach con Riccardo Minasi sul podio) e con sporadiche incursioni nella musica d’oggi (John Adams, anche sul podio, e una prima assoluta di Fabio Vacchi).
Qualche serata da segnare sul calendario: naturalmente il Wagner inaugurale (dal 23 al 27 ottobre), prima tappa del “Ring” che sarà affrontato una giornata per stagione di qui al 2028 quando verrà proposto integralmente, compreso il prologo dell’“Oro del Reno”. La continuazione del ciclo Mahler con Harding sul podio: quest’anno tocca alla Terza sinfonia (18-20 dicembre) e alla Quarta (7-10 maggio). Con Mahler si scambiano le partiture Harding e Currentzis, che torna a Santa Cecilia con la sua orchestra Utopia (unica orchestra sinfonica ospite della stagione): l’anno scorso Harding propose la Prima, Currentzis la Quarta; quest’anno sarà l’inverso. Currentzis dirigerà anche per la prima volta i ceciliani: sui leggii la Sinfonia “Babi Yar” di Shostakovich (5-7 marzo). Grandi concerti per pianoforte: il Primo di Ciajkovskij con Honeck e Seong-Jin Cho (8-11 gennaio); il Concerto di Schumann con Gatti e Sternath (29-31 gennaio); i due di Brahms, sempre con Harding sul podio: il Primo con Igor Levit (9-11 aprile), il Secondo con Daniil Trifonov (12-14 marzo).