Arriva Apple Music Classical ed è una buona notizia anche per i teatri e i discografici

Mario Leone

Dal 28 marzo al via il nuovo servizio di streaming dell’azienda di Tim Cook. Così Cupertino prova a svecchiare le platee dei concerti di musica classica. Resta da capire se si lancerà anche nella produzione

Dopo due anni di lavoro finalmente Apple lancia un nuovo servizio di streaming tutto dedicato alla musica classica. Per il momento l’app è in pre-order e sarà utilizzabile dal 28 marzo solo su dispositivi iOS con iOS 15.4 o versioni successive al momento del lancio e (ovviamente) previo abbonamento a Apple Music. Un’operazione non semplice a cui Cupertino tiene per colmare un’evidente carenza di offerta di questo genere.

  

Il tutto inizia a fine agosto 2021 quando l’azienda di Cupertino annuncia di aver acquisito Primephonic, servizio di streaming nato ad Amsterdam nel 2014. L’azienda olandese - seguita da un vasto pubblico di età superiore ai cinquant’anni - interrompe i servizi dopo qualche giorno, confluendo definitivamente nel mondo della mela morsicata. Il lancio, in un primo momento previsto per fine 2022, e poi slittato di qualche mese. Solo questioni di giorni per una operazione molto interessante e una offerta ricchissima.

  

Apple Music Classical utilizza tutte le risorse di Primephonic mettendole a disposizione di milioni di persone. Prima di tutto il catalogo di musica classica più grande al mondo con cinque milioni di brani, dalle nuove uscite sino alle registrazioni storiche. Non mancano poi contenuti “esclusivi”. Ma si sa, gli amanti della “classica” hanno prima di tutto sofisticate esigenze sonore. L’audio è di massima qualità (fino a 192 kHz/24 bit Hi-Res Lossless) con migliaia di registrazioni in audio spaziale immersivo accompagnate da informazioni precise su artisti, registrazioni e partiture. Non mancano note editoriali tra cui biografie, descrizioni di opere chiave e ritratti dei compositori che Apple sta commissionando a degli artisti. L’interfaccia è molto semplice e intuitiva e gli utenti possono effettuare ricerche per compositore, opera, direttore d'orchestra o anche per numero di catalogo.

   

In un breve video introduttivo l’azienda di Tim Cook definisce l’app “a new dawn in classical music”. Sicuramente questa operazione fa bene a tutto il “mondo classica”. Le persone che utilizzano prodotti Apple sono prevalentemente giovani, grandi consumatori di musica e pieni di curiosità, per i quali la piattaforma propone una serie di playlist capaci di intercettare i loro gusti. Anche il mondo discografico, ancora troppo legato al disco fisico e ai tanti costi, può trarne benefici. Non solo. C’è la possibilità che aumentino gli spazi per nuovi e promettenti progetti. Apple pare stia già facendo accordi con artisti di musica classica e istituzioni musicali per offrire contenuti e registrazioni esclusive. Bisogna capire se l’azienda vuole lanciarsi stabilmente anche nel mondo della produzione approcciandosi con la stessa strategia usata per Apple TV: produrre poco a livello quantitativo ma di altissimo livello qualitativo.

   

L’avvento di questa nuova piattaforma è una buona notizia anche per le grandi istituzioni musicali. La possibilità di ascoltare facilmente molta musica classica crea le condizioni per un aumento del pubblico che frequenta i teatri; migliora la cultura musicale di base e potrebbe ringiovanire le vetuste platee dei nostri concerti. Forse è la volta buona.