Un quarto di secolo di Macarena
Nell'estate del 1996 esplodeva il successo planetario della canzone dei Los del Río. La ballarono anche i Clinton, ma nacque da due andalusi in Venezuela, l'anno prima del tentato golpe di Chávez
“Dale a tu cuerpo alegría Macarena/ Que tu cuerpo es pa' darle alegría y cosa buena/ Dale a tu cuerpo alegría, Macarena/ Hey Macarena”. Un quarto di secolo fa, nell’estate del 1996 esplose il successo planetario e a sorpresa della canzone dei Los del Río. Clamoroso, perché era un testo in spagnolo che sfondò pure negli Stati Uniti, in un momento in cui il mondo del pop era dominato dall’inglese.
Negli anni successivi si sarebbero ascoltate hit nelle lingue più svariate, dal romeno di “Dragostea din tei” al venda di “Jerusalema”. Ma in quel momento non c’erano ancora i Social a fare da volano a certi fenomeni, e la stessa Internet era appena agli inizi come fenomeno di massa. Ma clamoroso anche perché in realtà la canzone era stata scritta cinque anni prima, era stata incisa tre anni prima, e arrivò al successo in una versione che comunque risaliva all’anno precedente. Addirittura, la ballarono in campagna elettorale i coniugi Clinton.
Con 11 milioni di copie vendute al 1997, fece guadagnare agli autori l’equivalente di 8,9 milioni di dollari, ed è stata riproposta in almeno 5.000 cover. Se non altro originale il testo in italiano che ci propose Leone Di Lernia: “Guardate allo specchio/ rembambito maccarone/ tie' na brutta faccia/ che assomigli a un provolone/ il naso tutto storto/ con il mento da scimmione/ Uee! ...Maccarone”.
Antonio Romero Monge, classe 1948, e Rafael Ruíz Perdigones, classe 1948, erano due andalusi che avevano fondato il duo Los del Río addirittura nel 1962. Di sapore flamenco andaluso è il modo di cantare e di accompagnare col battito delle mani, e veneratissima in Andalusia è quella Vergine della Macarena in onore della quale Antonio aveva chiamato una figlia.
Ma il ritmo è un clave cubano, qualcuno ha sospettato influenze brasiliane, la canzone dice che la protagonista vorrebbe vivere a New York, e il brano nacque in Venezuela, nel 1991. I due erano stati invitati a Caracas a allietare una festa privata del magnate delle telecomunicazioni Gustavo Cisneros. A un certo punto, erano rimasti solo loro due e la sensuale ballerina Diana Patricia Cubillán Herrera a esibirsi, e a vedere i soli Cisneros col presidente venezuelano Carlos Andrés Pérez, contro cui l'anno dopo ci sarebbe stato il tentato golpe di Chávez. Il Berlusconi e il Craxi del Venezuela, secondo un certo tipo di definizioni.
A un certo punto Antonio iniziò a improvvisare: “Dale alegría a tu cuerpo Magdalena, que tu cuerpo es para darle alegría y cosa buena..”. Magdalena, nome da peccatrice. La canzone fu incisa due anni dopo, cambiando il nome della protagonista in Macarena, come appunto la figlia di Antonio. Passò inosservata. La ripubblicarono nel 1995, come estratto dal loro album in studio “A mí me gusta”. Nel 1995 alcuni membri dell'etichetta discografica Bayside Records, Mike “In The Night” Triay e Carlos de Yarza, sotto richiesta di Jammin Johnny Caride, conduttore radiofonico di una radio di Miami, crearono un remix della canzone in chiave dance, con l'aggiunta di un testo in inglese cantato dalla cantante Carla Vanessa.
Girò nelle radio Usa nell’inverno 1995, ancora con poco riscontro. Ma poi l’estate successiva arrivò infine il grande successo: prima in Spagna; poi in America Latina; poi nel resto d’Europa; infine negli stati Uniti, grazie anche a un video che proponeva una iconografia un po’ ispirata all’aerobica e un po’ alle cheerleaders degli stadi. Insomma, una hit americanizzata, ma che valse a sbolognare definitivamente lo spagnolo nelle hit anglosassoni. E il ballo di gruppo resta ancora.
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