De Meo cede il beauty di Kering a l'Oréal

Fabiana Giacomotti

L’operazione vale 4 miliardi di euro, sostanzialmente dimezza il rosso del gruppo. Ma la parte davvero interessante dell’accordo è una partnership sul business del futuro, la longevità e il benessere

È durata due anni l’avventura in solitaria di Kering nel settore della bellezza e dei profumi, e un anno e mezzo la gestione di Creed, la pluricentenaria maison inglese di fragranze che la multinazionale della famiglia Pinault aveva comprato a giugno del 2023 da Blackrock, nel tentativo di consolidare la propria presenza in un settore in grande espansione, ma evidentemente lontano dalle sue competenze. A dispetto di infinite presentazioni e di indimenticabili feste veneziane, il business non è infatti mai decollato. Nel grande piano di riorganizzazione del nuovo ceo di Kering Luca De Meo, insediato ufficialmente a metà di settembre, ma evidentemente già al lavoro da mesi perché un accordo come questo non si stringe in poche settimane, tutta la divisione beauty di Kering, incluso naturalmente Creed che ne è l’asset più importante, vengono cedute a L'Oréal, già partner per la divisione Yves Saint Laurent Beauté, per un importo di 4 miliardi di euro cash.

  

Secondo i termini dell'intesa, ufficializzata questa notte dopo un’indiscrezione del “Wsj” con il piano dettagliato e che si concluderà entro la prima metà del 2026, l'Oréal acquisirà Creed, oltre alle licenze per sviluppare e distribuire prodotti per i marchi Bottega Veneta e Balenciaga e a un contratto di durata cinquantennale per la produzione e distribuzione dei prodotti beauty di Gucci alla prossima scadenza del contratto con Coty. Il debito netto di Kering ammontava a 9,5 miliardi di euro alla fine di giugno: questa operazione la solleva da un carico che era divenuto troppo pesante e che non dava segnali di potersi trasformare in un business profittevole. Nonostante i tentativi di rilancio, Kering è ancora segnato dal calo delle vendite e degli utili, tanto che la primissima mossa di De Meo è stata la sigla di un’intesa volta a procrastinare l’acquisizione progressiva della totalità delle azioni di Valentino da Mayhoola, siglata due estati fa.

 

“Oltre al beauty”, si legge nel comunicato, “Kering e L’Oréal uniscono le forze in una partnership esclusiva e paritetica per esplorare opportunità nell’intersezione fra lusso, benessere e longevità”. Al di là della cessione e della fondamentale iniezione di cassa, questa è una mossa molto interessante, perché rispecchia l’interesse del gruppo del lusso in un business che, fino a oggi, nessun altro operatore del settore aveva esplorato ma che sta diventando molto rilevante, in particolare nel mondo occidentale, dove a un aumento delle aspettative di vita ben oltre gli ottant’anni corrisponde  un progressivo spostamento di spesa dalle ovvie insegne del lusso e della moda in benessere e tecniche di longevità, come peraltro indicava con chiarezza l’ultima ricerca di Wgsn presentata nei giorni scorsi a Milano in occasione dell’annuale appuntamento di Altagamma “Next”.

 

Resta da capire se questa cessione e questo accordo rendano ancora l’Oréal un partner interessante per l’acquisizione del 15 per cento della Giorgio Armani, come indicato un mese fa nel testamento dell’imprenditore stilista, nonostante un accordo di licenza in essere da quarant’anni, o se la posizione di leadership del gruppo francese nel settore beauty diventerebbe troppo rilevante per il mercato. Conti, non c’è ancora avuto modo di farli.

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