milano fashion week

Il no di Miuccia Prada al “ritorno alla normalità”

“Bisogna imparare la lezione del Covid”. E Diego Della Valle sull'Italia: “Sarebbe bello che essere credibili non fosse una condizione eccezionale” E sempre grazie Draghi, comunque

Fabiana Giacomotti

E quando il cosiddetto mondo del fashion si era già rassegnato ad ascoltare a ogni nuova conferenza stampa le solite sciocchezze sul “ritorno alla normalità” e iniziava a domandarsi se tutti i bei proponimenti espressi durante i lockdown sull’esigenza di rallentare i ritmi e diminuire la produzione fossero andati a schiantarsi contro l’esigenza di recuperare fatturato (domenica si presenta la nuova collaborazione fra Fendi e Versace, operazione di marketing certamente ben riuscita ma di cui il mercato non sentiva la stretta necessità), arrivano i due polemisti en titre del sistema, Miuccia Prada e Diego Della Valle, e dicono le parole che tutti volevano sentire. Poi, avranno bisogno ancora bisogno di recuperare fatturato nonostante le buone performance del secondo trimestre, ma almeno un punto di vista coerente con quel che producono ce l’hanno, Miuccia Prada parla del rapporto fra la moda e il momento storico a margine di una sfilata condotta in contemporanea da Milano e Shanghai, dove Prada è quotata, grazie a un uso accorto della tecnologia che dà agli spettatori l’idea di trovarsi contemporaneamente in due luoghi diversi e lontanissimi: “Sono fortemente in disaccordo con l’idea di un ritorno alla ‘normalità’”, dice: “Dobbiamo trarre una lezione da questo periodo. Abbiamo imparato a confrontarci con un mondo molto più ampio. Dopo tutto quello che è successo, come si può far finta di niente?”.

 

Della Valle parla invece della situazione del paese, e di quella che tutti definiscono la “ritrovata credibilità sui mercanti e presso le comunità internazionali, grazie al governo Draghi”. È certamente una bella cosa, osserva, ma “sarebbe ancora meglio se non facesse notizia”.

 

Sfilate milanesi donna estate 2022, giorno tre: scendono in campo i nomi della grande tradizione, tutti con una nuova cliente in testa, e non fra le ultraquarantenni, se vogliamo escludere certi bellissimi abiti di Prada scarnificati e ridotti all’essenzialità, che risulteranno graditissimi alla upper class mondiale che frequenta le palestre e che le accompagnerà volentieri alle giacche e ai tre quarti in cuoio, oggettivamente strepitosi. La “seduzione per sottrazione”, mantra delle migliori stagioni Prada, ritorna contemporanea grazie al tandem, sempre più affiatato, di Miuccia Prada con Raf Simons, che rilegge anche i codici della moda alto borghese: il ricordo di uno strascico, le stecche di un corsetto e la curvatura di un reggiseno si esplicitano in abiti che vanno al cuore di se stessi, con un bell’effetto di liberazione del corpo.

 

Missoni, ora gestita a tutti gli effetti dal Fondo Strategico e dall’uomo che è stato scelto per guidarla, l’ex Armani Livio Proli, compie una svolta a cento ottanta gradi e dalle cappe e le maglie abbondanti si trasforma in una produttrice di micro top e costumi da bagno affiancati a pantaloni di suede scesi sulla vita, bellissime giacche in camoscio colorato dalle proporzioni over e abiti scollatissimi in perline. Non ci sono dubbi che l’azienda abbia tutte le caratteristiche per piacere alle diciottenni, a partire dall’uso dei colori: resta da capire quanti costumi e body scintillanti si debbano vendere per recuperare posizioni. Da sei mesi, la guida creativa è passata da Angela Missoni, ora seduta in prima fila alle sfilate che portano il suo nome, ad Angelo Caliri, suo allievo e braccio destro: non è chiaro se la scelta di quei tantissimi piccoli pezzi sia scelta dello stilista o diktat del fondo.

 

Sapete, ne abbiamo viste tante, di svolte così, negli anni. Da Etro, dove è appena entrato il fondo LCatterton, arriva invece una fantastica collezione di pezzi preziosissimi, ispirata ai Seventies “tribali”, introdotta dalla live performance del gruppo di percussionisti Les Tambours du Bronx: mandala, fantasie optical con richiami ai tessuti di arredo, un occhio ai richiami della storica produzione di Biba (un piccolo editing nello styling, però, avrebbe aiutato a inquadrare meglio il messaggio).

 

Tod’s presenta una collezione molto riuscita, fatta di piccoli pezzi e molte belle giacche di nappa e tessuti tecnici, accostate al corpo o over, nella declinazione di windbreaker colorati, affiancata dai mocassini alti e importanti che sono la calzatura in maggior recupero di consensi del periodo e belle borse di dimensioni contenute, anche queste in grande rilancio (addio borsoni). Il design è sartoriale e i materiali, dal jersey alle pelli più pregiate servono, per costruire un guardaroba che ha voglia di rilassatezza, ma allo stesso tempo esalta buongusto e qualità. Adesso sarebbe il momento di intervenire con maggior forza anche sulla comunicazione: parlare ai giovani significa andarli a cercare dove stanno. Una volta conquistati, dicono le ricerche che siano fedelissimi. La direttrice editoriale di Condé Nast Anna Wintour, sempre vestita con abiti longuette a fiori, non perde una sfilata e marca il territorio italiano partecipando anche a un incontro in Bocconi di fronte a una folla di studenti di editoria e marketing in estasi. Dice che nella vita è importante non avere paura e prendere dei rischi

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