Rihanna (foto Dimitrios Kambouris/Getty Images for Bergdorf Goodman) 

Arnault chiude il brand di Rihanna. Anche le pop star piangono

Per trasformare i fan in shopper non basta affollare gli stadi e vendere milioni di "impression"

Fabiana Giacomotti

“Rihanna e Lvmh hanno preso la decisione comune di sospendere le attività di ready to wear basate in Europa, in attesa di condizioni migliori” dichiara un comunicato. Venti mesi sono stati sufficienti al tycoon per capire che l’obiettivo di attrarre una consumatrice giovane, fruitrice di social, è fallito

Un’altra popstar che si infrange sul sogno della moda. Sì ai rossetti, sì alla lingerie, che ancora vendono in migliaia di duplicati al giorno, ma per le Umbrella-ella-ella è finita. Bernard Arnault chiude la linea Fenty di Rihanna, lanciata meno di due anni fa, nel tripudio della stampa internazionale che digitava rapita le parole della popstar sulla moda inclusiva, spesso a-gender, sul problema “superato” delle taglie, su una linea che lei per prima avrebbe indossato e insomma tutte le belle e un po’ solite cose che dicono le signore della musica quando decidono di lanciare una propria linea di moda. Evidentemente non basta. 

 

“Rihanna e Lvmh hanno preso la decisione comune di sospendere le attività di ready to wear basate in Europa, in attesa di condizioni migliori” dichiara un comunicato. Il marchio non era più attivo sui social dall’inizio di quest’anno e l’ultimo “drop” di abiti e accessori venduti con la formula del see-now-buy-now, lanciato appunto sul web e sulla piattaforma Farfetch che era il mezzo principale di diffusione e vendita, risale a novembre. Continuano, appunto, le super-redditizie attività Fenty Beauty e Fenty Skin (cosmetica inclusiva, con decine di tonalità di fondotinta), va a gonfie vele il brand di lingerie Savage x Fenty, che la stessa Rihanna controlla con TechStyle, ma sull’abbigliamento venti mesi sono stati sufficienti ad Arnault per capire che l’obiettivo di attrarre una consumatrice giovane, fruitrice di social, fosse fallito: non ci sono dubbi che il tycoon non volesse ripetere l’esperienza fatta fra gli Anni Ottanta e l’inizio dei Duemila con Christian Lacroix, che però, se non altro, pur avendogli fatto perdere milioni a decine, disegnava vestiti meravigliosi. Questi, nessuno lo scriverà mai, erano piuttosto brutti, chiunque li disegnasse, a dimostrazione che per trasformare i fan in shopper non basta affollare gli stadi e vendere milioni di "impression". Su Instagram, il brand conta un milione di follower, mentre la linea beauty supera i dieci.

  

P.S. i fan del Milan che continuano a sperare in un intervento di Arnault, forse dovrebbero fare qualche riflessione sulla rapidità con la quale il gran signore del lusso decapita quel che non contribuisce attivamente al bilancio di Lvmh.

   

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