Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

I dentisti

Andrea Ballarini
Di tanto in tanto è inevitabile: c’è chi l’accetta di buon grado e chi cerca di rimandarlo oltre il sensato. In ogni caso è bene sapere quali ovvietà buttare lì con la consueta sprezzatura
    - Sono tutti miliardari.

     

    - Non pagano le tasse. (Vedi seguente)

     

    - Che Equitalia se la prendesse con i dentisti, per esempio, invece di accanirsi contro i poveri portatori di partita IVA. Concionare sul tema.

     

    - Non appena si tocca l’argomento raccomandarne uno bravissimo. Notare che per i dentisti valgono le stesse considerazioni applicabili alle trattorie tipiche: ciascuno conosce la migliore, ma purtroppo quando ci si va con amici, quel giorno si mangia malissimo. Mutatis mutandis, narrare di geni dell’ortodonzia inopinatamente traformatisi in macellai medievali. Dolersene.

     

    - Sono così cari perché devono mantenere quei loro studi lussuosissimi con le boiserie d’epoca e le moquette spesse un palmo. Stigmatizzare.

     

    - Interrogarsi sul perché le riviste delle sale d’attesa abbiano almeno tre anni.

     

    - Notare come la visita dal dentista risvegli terrori atavici anche in persone inclini al  razionalismo cartesiano.

     

    - Dissertare sulla concorrenza esercitata dai dentisti croati, montenegrini, albanesi eccetera che praticano prezzi cinque volte più bassi. Dividersi in due fazioni: una  che mette in dubbio la qualità dei servizi offerti, l’altra che esalta la libera concorrenza che, finalmente, la fa pagare a una categoria che per decenni ha fatto il bello e i cattivo tempo a suo totale arbitrio.

     

    - Hanno sempre delle mani gigantesche. Dolersene.

     

    - Tuonare contro i professionisti che ti presentano un preventivo di X in nero e di 3X con fattura.

     

    - Tratteggiare i dentisti della propria infanzia a fosche tinte: ricordarne l’igiene alquanto garibaldina per gli standard contemporanei.

     

    - Avere creduto fino ai quattordici anni che il tartaro fosse un personaggio dei romanzi di Jules Verne.

     

    - Stigmatizzare un radiocomunicato pubblicitario dai toni allarmanti prospettante l’ipotesi che “potresti avere la parodontite e perdere i tuoi denti.”

     

    - Raccontare di interventi odontoiatrici paragonabili per truculenza a operazioni a cuore aperto sul fronte dell’Isonzo. Più particolari pulp si affastellano, maggiore è l’effetto.

     

    - Il rumore del trapano è uno di quelli che si imprimono nell’inconscio e basta sentirlo per ritornare a esperienze dell’infanzia. Di seguito dileggiare la madeleine proustiana.

     

    - Rimandare da anni una visita di controllo dal dentista per paura, pur sapendo che così facendo non si fa che preparare un inevitabile e cruentissimo redde rationem. Di seguito dissertare sull’irrazionalità degli esseri umani.

     

    - Se qualcuno dice di avere paura del dentista, buttare lì con nonchalance il termine odontofobia, per far capire che la sapete lunga.

     

    - Odiare quei bimbi di cinque anni, bellissimi e sorridenti, che frequentano l’ortodonzia da sempre con la massima nonchalance, grazie a madri ultraperformanti. Esternare sordo rancore nei confronti dell’inettitudine della propria.

     

    - Interrogarsi sul perché l'igiene dentale sia una disciplina largamente ad appannaggio delle donne? Di seguito valutare se far partire un’intemerata sul fatto che quando c’è qualcosa da pulire tocca sempre alle donne.

     

    - Riflettere sui leit motiv kitsch delle pubblicità dei prodotti odontoiatrici, in cui i dentisti sembrano ricercatori della Nasa, le segretarie provengono da Star Trek e i settantenni portatori di protesi vivono in un catalogo di viaggi per la terza età.

     

    - Trovare gli ultrasuoni per rimozione del tartaro persino più sgradevoli del trapano. Arabescare sul tema.

     

    - Invocare l’anestesia generale, anche se dovete solo compilare un modulo.