Lo spritz

Andrea Ballarini

 Per alcuni un patetico similcocktail, per altri una geniale bevanda che sta su tutto e non impegna.

    È il signore incontrastato degli apericena nonostante nessuno sappia davvero che cosa ci sia (o ci dovrebbe essere) dentro. Per alcuni un patetico similcocktail, per altri una geniale bevanda che sta su tutto e non impegna. Comunque la pensiate, eccovi alcuni luoghi comuni da rivendervi al primo happy hour sullo spritz.

     

    - La madre di tutti gli aperitivi.

     

    - Il grado zero dei cocktail. Lo prova il fatto che nessuno sa quale sia la ricetta vera.

     

    - Dissertare con sicumera sulla ricetta originale: sostenere che solo la versione preferita sia quella autentica, disprezzando le altre come patetici succedanei. Più misterioso è il liquore rosso che si aggiunge, più fa figo.

     

    - Ricordare che il bianchino col Campari è sempre stato bevuto da generazioni di italiani in libera uscita la domenica mattina alla bocciofila di quartiere senza per questo tirarsela particolarmente.

     

    - Chiamarlo sempre e solo “Bianchino col Campari”. Dibattere se sia un atteggiamento camp o solo caro, vecchio snobismo.

     

    - Lo spritz è un flagello di questi ultimi anni; prima di diventare una bevanda endemica ha avuto il suo pubblico di aficionados, soprattutto nel Nord-Est. Poi a un certo punto deve essere accaduto qualcosa di terribile. Dolersene. (Vedi seguente)

     

    - Incolpare del dilagare della bevanda una nota azienda che da anni produce spot molto colorati in cui una turba di giovani metropolitani ambosessi si versa ettolitri di spritz in preda a convulsioni presessuali su un motivo orecchiabile.

     

    - Identificare le varie epoche con la bevanda di riferimento suggerisce esperienza di vita e conoscenza del mondo: negli anni Settanta, il Cubalibre; negli Ottanta, il Manhattan; nei Novanta, il Margarita; al volgere del millennio le centrifughe biologiche e il Mojito e negli anni Dieci del nuovo secolo lo spritz. Non impegnarsi in dispute con chi sostiene accoppiamenti diversi.

     

    - Il conoscitore non mancherà di far notare che a Venezia il liquore complementare non è il Campari, né l’Aperol, bensì il misterioso Select.

     

    - Aver deciso di non berlo più nel momento in cui si è appreso che sono state prodotte le Pastiglie Leone allo spritz. Sentire il bisogno di nuovi orizzonti.

     

    - Tra i difetti dello spritz uno dei non meno trascurabili è che per far disinibire una signorina ne serve un numero esorbitante, dopo i quali non è detto si sia ancora in grado di far alcunché. Dolersene.

     

    - È una bevanda che, a dispetto delle origini popolari, è diventata fighetta con connotazioni femminili. Apprezzare altresì la collega che, intrepida, ordina un calice di vino rosso: comportamento presago di sedimentate virtù amatorie. (N.B. Non vale in caso di Nero d’Avola o di Primitivo di Manduria: massificati)

     

    - Avere scoperto che il noto chef Ferran Adrià ha creato lo spritz destrutturato, consistente in un bicchiere di Prosecco in cui sono annegate delle piccole sfere di Aperol (dette caviale di Aperol). Essere stato colto da un accesso di furia violenta.

     

    - Preferirgli l’Aperol Soda: ha lo stesso colore ma è assai meno pretenzioso e irritante.

     

    - Rivalutare il Biancosarti, ingiustamente scivolato nell’oblio. Ripetere con voce cavernosa “E chi non beve con me, peste lo colga!”: astenersi.