Wikipedia

Andrea Ballarini

È la fonte del sapere contemporaneo, ma bisogna prenderla cum grano salis per evitare scivoloni imbarazzanti. Fan sfegatati o fieri avversari che siate, ecco una serie di concetti precotti da sbolognare in salotto su Wikipedia.

    - È  piena di cazzate.

    - La base della cultura delle ultime generazioni.

    - Avere dato cinquanta Euro per sostenerla posiziona come sinceri democratici eticamente molto consapevoli.

    - È il primo posto dove si cerca.

    - È molto pericoloso fidarsi delle notizie che vi si trovano senza verificarle. Deprecarlo. Vale anche dire che è generalmente molto attendibile.

    - I ragazzi di oggi la usano come un distributore di risposte, ma ciò li ha disabituati alla ricerca. Deplorare. Replicare stigmatizzando ogni forma di misoneismo. Discretamente cercare di capire dagli sguardi disorientati chi non sa cosa significa misoneismo.

    - Come per i cellulari, ricordare di chiedersi sempre come si faceva prima che l'inventassero.

    - Conoscere i criteri in base ai quali uno scrittore è considerato di rilievo enciclopedico è consentito solo ai non scrittori. Se uno scrittore li conosce significa che è andato a vedere se c'era anche il suo nome e, non avendolo trovato, ha verificato i requisiti necessari.

    - Se qualcuno butta lì che Wiki deriva da un termine hawaiano che significa "rapido, molto veloce", ribattere con nonchalanche che è anche l'acronimo inverso di "What I know is". L'effetto è maggiore se non si spiega cos'è un acronimo inverso.

    - Osservare con piglio sociologico che Wikipedia ha cambiato il modo di accumulare sapere. Ai tempi del vocabolario di carta si consultava “abbacchiatura” e poi, di seguito, si scopriva anche il significato di “abbacchio” e “abbacinare”. Oggi da “Acronimo”, seguendo i link, si finisce ad “hacker”, “laser” e “berbero”. Quindi far partire una pippa sull'inflazione della pseudoconoscenza.

    - Tacciare di onanismo intellettuale quei blog livorosi che elencano le imprecisioni o gli errori delle voci di Wikipedia.

    - È molto avanti dire di avere scritto una voce su Wikipedia, sostenendo una cosa falsa, per dimostrare a qualcuno che aveva torto, mentre invece aveva ragione.

    - Avere portato il lutto per tre mesi quando l'Enciclopedia Britannica ha abbandonato la carta a favore del web. Chic.

    - Se non si è nativi digitali rievocare con orrore i pomeriggi trascorsi nella biblioteca di zona per fare le ricerche che vi avevano affibbiato a scuola. Valutare se elencare le enciclopedie della vostra infanzia: immancabili il “Conoscere” e “I Quindici”.

    - Una volta si querelavano i rotocalchi, Briatore invece ha minacciato di querelare Wikipedia per aver riportato delle notizie da lui ritenute false. Plaudire alla modernità

    - Apprezzarne l'utilità, ma essere rimasti legati al “Forse non tutti sanno che” e all'”Edipèo enciclopedico” della Settimana enigmistica. Meno efficienti, ma infinitamente più utili nelle conversazioni da salotto.