I surgelati
Per alcuni sono l'unico modo per non vivere solo di panini. Altri li disprezzano ideologicamente. Quasi nessuno può farne a meno. Dal bastoncino di pesce al caciucco alla liveronese, ci si trova di tutto. Ecco perché dovete assolutamente avere delle opinioni trancianti sui surgelati.
- Per anni erano solo i bastoncini di merluzzo.
- Ricordarsi sempre di dire che sono almeno vent'anni che non comprate più i piselli o gli spinaci freschi. (Vedi seguente)
- Ricordarsi sempre di dire che certi prodotti surgelati sono persino migliori di quelli freschi.
- In Italia il mercato dei surgelati è esploso durante la crisi di Chernobyl, quando per un mese non si è potuto consumare verdura fresca a foglia larga. Notazione che rivela il sociologo attento osservatore della modernità.
- Rivela il consumatore evoluto parlare con competenza dell'offerta Bofrost. Elogiare in special modo i furgoncini che portano a casa dei piatti pronti elaboratissimi. Chiosare: "Tutto buonissimo, ma con dei prezzi da paura".
- Plaudire alla spettacolare evoluzione tecnologica delle ricette pronte: basta metterle in forno e, come per magia, fanno tutto da sole.
- Osservare come, da bambino, i surgelati fossero malvisti dalle donne di famiglia, perché denotavano massaie con poca voglia di lavorare.
- Dissertare sul prodigioso ringiovanimento di Capitan Findus, da settantenne circondato da bambini festosi a cinquantacinquenne sexy.
- I Sofficini sono stati la versione industriale della madeleine proustiana di generazioni di italiani. Deplorare.
- Carletto, il camaleonte dei Sofficini, nell'immaginario infantile ha preso il posto di Topo Gigio che, infatti, faceva la pubblicità per i Pavesini.
- Nonostante ripetute delusioni non avere ancora rinunciato alla ricerca della pizza surgelata perfetta.
- I supermercati del surgelato evocano desolati scenari di solitudine urbana.
- Non ricordare di aver mai visto un freezer con meno di tre asterischi.
- Chiedersi chi mai inviti a cena a casa una bella donna e poi le prepari un branzino al forno surgelato che si cuoce da sé, nutrendo speranze di sedurla. Concluderne che la pubblicità è finzione.
- Lanciarsi in un articolato elogio della cucina come momento in cui riconciliarsi con i ritmi naturali della vita; magnificare il sottile piacere di preparare una pietanza dopo essere andati a comprare i cardi al mercato; plaudire all'inimitabile sapore del ragù cotto per cinque ore. Replicare che se uno non ha un cavolo da fare sono tutte cose bellissime, però nella vita vera una Spinacina ti svolta la cena.
- Tutti i giorni, no, ma ogni tanto, per fortuna che ci sono i surgelati. Convenirne.
- Ricordare che alle elementari eravate il bambino più invidiato della classe perché vostra madre, a differenza di quelle dei vostri compagni, che continuavano a cucinare capponi e brasati come nell'Ottocento, vi faceva i Sofficini.
- Avere delle amiche in carriera che sopravvivono esclusivamente grazie ai Quattro salti in padella.
- Chi è anagraficamente adeguato può ricordare come da bambino il frigorifero in famiglia fosse chiamato “frigor” e come la nonna fosse ossessionata dalla necessità di richiuderne immediatamente la porta. Far partire una pippa sociologica sulle vorticose trasformazioni culturali indotte dall'avvento della società dei consumi.
- Il croissant surgelato al bar è una delle prove più evidenti della decadenza della società occidentale.


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