La prima impressione

Andrea Ballarini

Secondo gli esperti si forma nei primi sette secondi e ci vuole una vita a cambiarla. Si può crederlo o essere scettici, ma non si può evitare di avere un'opinione in merito. Se non ce l'avete, ve la dà il Manuale. Questa settimana tutto quello che dovete assolutamente dire sulla prima impressione.

    - È tutto. 

    - È il biglietto da visita. Certo, se poi oltre all'immagine non c'è altro, non serve. Convenirne. 

    - È difficilissima da modificare perché coinvolge aree del cervello non razionali. Non è necessario sapere quali. 

    - È come la Wassermann: falsamente positiva.  

    - Tuonare contro la superficialità dei tempi. 

    - Se si è di aspetto gradevole, fornire una prima impressione negativa ha un certo appeal sui target femminili nevrotici.  

    - Teorizzare la capacità di alcune persone di intuire la vera natura del prossimo a prima vista. Evitare di fornire liste nere di insospettabili. 

    - Dichiarare di disinteressarsi della prima impressione: è l'interiorità che conta. Replicare che di questi tempi disinteressarsi della prima impressione è pura hýbris.  

    - A parità di competenze si è meglio disposti nei confronti di una candidata avvenente. Parlare di capitale erotico alza il livello della discussione ed evita di impegnarsi su un terreno scivolosissimo. 

    - I politici, soprattutto quelli anglosassoni, hanno dei consulenti d'immagine che gli insegnano tutto, da che tono di voce usare a che abiti indossare. Esprimere il desiderio di conoscere lo spin doctor dada di Formigoni. 

    - La prima cosa che fanno gli americani a un party è imparare il nome di tutti i presenti. Apprezzarlo. 

    - Avanzare dubbi sulla dietrologia della prima impressione definisce un profilo di intellettuale erede della sinistra berlingueriana, legato al solido buonsenso pre-marketing.  

    - Sembra un cretino, parla come un cretino, si comporta da cretino. Sarà mica un cretino? Spiegare in questo modo il principio metodologico noto come “rasoio di Occam”.  

    - Citare artcounseling, gestalt counseling e PNL lascia immaginare una vasta competenenza teorica e fa capire che anche per sembrare stronzi ci vuole preparazione. 

    - Se qualcuno cita la massima “You never get a second chance to make a good first impression.”, replicare istantaneamente “Scusa, ma non conosco le lingue morte.” Très chic. 

    - Dalla prima impressione si giudicano le cravatte, non le persone. 

    - Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze (Oscar Wilde) 

    - A un colloquio di lavoro per una posizione manageriale l'espressione migliore da assumere è a metà tra quella vagamente accigliata di un modello di Armani e quella rassicurante di un politico incompetente. 

    - Confessare che da anni sognate di fare un colloquio di lavoro a uno di quei giovani inossidabili, laureati col massimo dei voti, plurimasterizzati, stolidamente entusiasti e tesi a fare una bella impressione, per toglierli alcune certezze. 

    - Vorrei tantissimo che Renzi mi stesse simpatico. Convenirne. 

    - Una stretta di mano virile e fascista che vuol dire non sono un pederasta. (Le mani, Giorgio Gaber) 

    - Circola voce che alcuni nuovi politici italiani, per dare una buona prima impressione di sé, utilizzino dei consulenti d'immagine dei divi di Hollywood. E vista la durata media dei matrimoni a Hollywood si spiegano un sacco di cose.