Le diete

Andrea Ballarini

Almeno una volta nella vita l'abbiamo fatta tutti e c'è chi ha cominciato nell'infanzia e non ha più smesso. Le fanno le dive ma anche i comuni mortali. Le riviste traboccano dei più incredibili suggerimenti. Che vi abbuffiate come la Buzzicona o spilluzzichiate a malapena una mela, eccovi cosa dire quando si parla di diete.

E' uscito “Chi massaggia il manzo di Kobe?”  il libro tratto dalla rubrica "Manuale di conversazione"

    – Si cominciano sempre da lunedì prossimo.

    – Tacciare quella dissociata di essere un vieto arcaismo. Contestualmente chiedere con aria filosofica da che cosa si sia mai dissociata.

    – Ma la Scarsdale la segue ancora qualcuno o è come Second Life che ormai è quasi più antica del telefono duplex?

    – Il modello proposto dalla pubblicità e dalla moda è un'idealizzazione maschile del corpo di una donna. Osservazione che qualifica come vigorosa coscienza critica.

    – Citare la tenia ingoiata dalla Callas. Accertarsi preventivamente che gli interlocutori sappiano cosa sia la tenia; in caso contrario chiamarla verme solitario.

    – Aver trascorso la gran parte della propria vita a dieta, più che una pratica alimentare è una posizione filosofica.

    – Ero andato dal dietologo e aveva funzionato, infatti avevo perso immediatamente quindici chili. Dirlo subito dopo aver stabilito il proprio record di peso.

    – Per dimagrire non serve fare la fame, basta eliminare le schifezze tra un pasto e l'altro.

    – Aborrire quelli che sono tornati in splendida forma mangiando solo una bistecca e un'insalata a pranzo. Nondimeno sottoporli a un interrogatorio minuzioso.

    – Odiare massimamente quelli che affermano che gli è bastato togliere il pane. Di seguito controinterrogarli finché non emerge qualche contraddizione.

    – Il difficile non è perdere i chili, è non riprenderli. Convenirne. Valutare se obiettare che non è tanto il caldo, ma l'umidità a dare fastidio.

    – Magari per poco tempo, ma avere seguito tutte le diete di tutte le riviste. Deprecare l'alfabetizzazione di massa.

    – Non capire come si possa essere ingrassati avendo mangiato solo una mela. Sostenere di avere un metabolismo simile – ma non uguale – a quello del Topo cagone di Stefano Benni.

    – Chiedersi chi nella vita reale senta la necessità di superare la prova costume fin da marzo attesta un atteggiamento critico nei confronti degli stereotipi della pubblicità.

    – L'uomo è ciò che mangia. Dolersi per Feuerbach, passato alla storia con un titolo così scarso.

    – Osservare che la cellulite ossessiona più le donne che gli uomini non serve a placare l'ansia della propria compagna, anzi misteriosamente la irrita.

    – Non appena si riesce a calare di un chilo uscire a festeggiare con le amiche e riguadagnarne uno e mezzo.

    – Pare che in Gran Bretagna le ragazze siano impazzite per la dieta di Kate Middleton. Rammentare la nota deboscia degli aristocratici.

    – I dietologi in tv affermano che bisogna mangiare di tutto con moderazione. Bastardi.

    – Informarsi sull'indice di massa grassa del proprio interlocutore. In caso di mancata risposta spostare la conversazione sull'evoluzione del concetto di massa dagli anni Settanta a oggi.

    – Ogni volta che qualcuno ordina un'insalata scondita evocare il pranzo di Alberto Sordi e della Buzzicona ne “Le vacanze intelligenti”: “Che dici, Augusta, ci facciamo un'altra mezza porzioncina de pappardelle?”

    E' uscito “Chi massaggia il manzo di Kobe?”  il libro tratto dalla rubrica "Manuale di conversazione"