Bir & Fud

Camillo Langone
La birra cruda, non pastorizzata e non filtrata, è ottima ma tiepidina; gonfie e ben cotte le pizze. Se si riesce, è meglio mangiare all'aperto

    Soltanto donne, alla mescita dell'Enoteca Ferrara in piazza Trilussa. Donne che servono, donne che bevono, donne in piedi davanti al bancone, donne sedute nella saletta superiore, donne sedute nella sala inferiore, donne sedute all'esterno, su sedie di paglia e legno rammemoranti altri tempi e altri luoghi. Dunque vino per femmine sapienti e benestanti, ben diverso dall'alcol venefico e dagli stuzzichini sporchi dell'aperitivo trasteverino medio, e non solo trasteverino, e non solo medio. Vorremmo passarci la vita in questo gineceo, magari proseguendo la serata cenando all'Enoteca Ferrara vera e propria. Ma Emanuela è astemia. Grrr. Poteva dircelo prima. Bere vino davanti a una donna che beve acqua è come mettersi in mutande davanti a una donna col cappotto. In occasioni simili non resta che bere birra, per ridurre il divario: lei rimarrà sempre in cappotto ma almeno tu non ti toglierai pantaloni e camicia. Pertanto si smamma, lasciando gli occhi sul pavimento di legno dell'enoteca: sarebbe stato bello mettersi a piedi nudi. Andiamo al Bir & Fud, “pizzeria con solo birre vive e solo pizze con lievito madre”. Se si fosse chiamata Beer & Food non ci saremmo mai entrati, ovvio, ma la fonetizzazione maccheronica rende sopportabile l'inglese. Nell'Ottocento si fece anche di meglio, chiamando bistecca la “beef-steak”, ma nel Terzo Millennio bisogna accontentarsi. Bir & Fud ha quattro tavolini fuori e poco meno di quattromila dentro. Ovviamente dovrete tentarle tutte pur di mangiare all'aria aperta (via Benedetta è una delle poche strade quasi pedonali di Roma), ovviamente fallirete nell'intento e verrete gettati nello stanzone dove birre e pizze sono vive ma ogni intimità è morta e sepolta. La procace cameriera comincerà a manovrare il potente condizionatore posto proprio in corrispondenza del vostro tavolo, per gettarvi vento gelido in faccia o sulle spalle. La bassa temperatura dell'aria renderà ancora più evidente l'alta temperatura della birra: forse lo fanno apposta, per non far prendere freddo ai microrganismi che la abitano in gran numero. A noi la birra cruda, non pastorizzata e non filtrata, piace sia per motivi ideali (la pastorizzazione è una forma di sterilizzazione) sia per motivi di gusto, ma questa tiepidina di Bir & Fud ci fa quasi rimpiangere una Moretti Baffo d'Oro ben ghiacciata. La cameriera ci impone, come antipasto, dei supplì ai funghi con una corazza al posto della crosta. Pizze: i fiori di zucca sono finiti e quindi ci accomodiamo sulle consuete Margherita e Napoli. Sono gonfie e ben cotte, perfettamente digeribili grazie al lievito madre, imperfettamente tagliabili causa coltello sbagliato. Tempo fa le pizze della Gatta Mangiona (Monteverde Nuovo) ci sembrarono ancora migliori, ma è sempre più buono ciò che si mangia sotto le stelle. (recensione del 15 giugno 2008)

    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).