
Per una madre
Mondadori, 363 pp., 19 euro
Il mare gonfio e scintillante di un tramonto come tanti altri, una salma coperta da un cuscino di fiori, un porto ove attraccare. Sono questi gli elementi che introducono il lettore alla scoperta del nuovo romanzo di Carmelo Sardo. L’ambientazione l’autore la conosce bene, dopotutto è quella di casa, quella di una Sicilia immensa e bella, a tratti inaccessibile. La descrive bene e scorrendo il volume pare persino di sentire gli odori dell’isola. Tutto ha inizio con il ritorno a Catania, da morto, di Don Carmelo Sferlazza, il vecchio capomafia ergastolano a Favonio (che poi altro non è che Favignana). La salma è accompagnata dai figli, Agata e Antonio, che la Sicilia quasi non se la ricordavano più, essendosene andati a Roma da bambini. La loro madre, venticinque anni prima, era stata ammazzata in un agguato mafioso. Il ritorno a seguito del padre morto – la morte è un filo perenne nel romanzo – cambierà per sempre il loro destino. Agata incontra Giovanni, conosciuto tempo prima quando andava a trovare Don Carmelo in carcere. Giovanni era un poliziotto, quindi una sorta di nemico che poi sarebbe diventato giornalista. Agata se ne innamora, lo considera il complemento necessario alla sua esistenza. Il fratello, invece, sogna di riscattare il nome di sua madre, uccisa non si sa da chi né perché. Le spiegazioni di rito appaiono banali, superficiali. Sotto c’è qualcosa di più e lui è deciso ad andare fino in fondo. Vuole fare l’avvocato anche per questo, scontrandosi con muraglie d’omertà, non fidandosi del ritornello solito che tutti andavano ripetendogli, è stata Cosa nostra. Come e perché, “erano le prime domande che si svegliavano con lui al mattino e le ultime che lo accompagnavano la sera dentro al letto. L’unica risposta gliela aveva data zia Patrizia, e da anni ormai rimbombava assordante nelle sue orecchie. ‘La mafia, è stata la mafia’”.
La trama è avvincente, non ha nulla del melenso tipico di tanti romanzi che ruotano attorno al sempiterno cardine del rapporto tra odi et amo, amore e morte. L’amore c’è, ma è narrato con prosa asciutta, senza indugiare nel facile sentimentalismo che una storia di tragedie ed epopee familiari potrebbe in qualche modo giustificare. C’è molto di più. C’è il racconto di un tessuto sociale che è ben più complesso di quanto si sia soliti pensare e raccontare, di una riscoperta delle proprie radici volutamente dimenticate o ricacciate nell’oblio, tanta era la sofferenza.
PER UNA MADRE
Carmelo Sardo
Mondadori, 363 pp., 19 euro