Imprimatur

Redazione
Rita Monaldi e Francesco Sorti
Baldini&Castoldi, 670 pp., 18 euro

    Nel 2002 su “Imprimatur” la critica nostrana versò lacrime di commozione: un capolavoro, un romanzo storico di quelli da conservare nello scaffale più in vista della biblioteca domestica. Altro che la paccottiglia balneare che si dimentica nella borsa da spiaggia non appena viene il momento di fare i bagagli e lasciare i luoghi di villeggiatura estiva. Scalò le classifiche dei libri più venduti e poi, misteriosamente, su di esso cadde l’oblio. Dimenticato. Oggi Baldini&Castoldi riporta alla luce il volume di Rita Monaldi e Francesco Sorti, che tanto ha fatto parlare di sé in Europa (per saperne di più, è d’obbligo la lettura della postfazione, firmata da Simone Berni). L’intreccio è formidabile, nulla è dato per scontato o intuibile. Il tutto si incastra perfettamente nel contesto seicentesco della vecchia Europa minacciata dai turchi a Vienna e dal perenne ribollire delle riforme religiose a nord delle Alpi. A ragione, il Figaro l’ha definito meravigliosamente machiavellico: c’è la suspense, il mistero, l’affascinante viaggio in una Roma barocca tutta da scoprire. Tutto ha inizio nell’Anno del Signore 1683. Sovrano Pontefice, ormai da sette anni, è Innocenzo XI, Benedetto Odescalchi, beatificato da Pio XII negli anni Cinquanta del secolo scorso e la cui causa di canonizzazione si è fermata a un passo dall’elevazione suprema all’onore degli altari. Un protagonista occulto del romanzo, una figura che l’appassionato di storia vorrà studiare e approfondire anche al di là della semplice lettura dell’opera di Monaldi e Sorti. Nella locanda del Donzello all’Orso, un viaggiatore muore. Non si sa quale sia stata la causa della dipartita, tra i presenti c’è chi sospetta veleno mentre altri parlano di peste. Il rischio è quello del contagio, ed è per questo che si decide la quarantena. Tra gli ospiti “reclusi” c’è l’abate Atto Melani, agente segreto per conto di Luigi XIV che farà di tutto per scoprire cosa abbia provocato quella strana morte. Il pistoiese Melani è un personaggio realmente esistito: cantante castrato e lodato per le sue doti artistiche perfino da Jean de La Fontaine, riuscirà a svelare l’intrigo, ben più complesso di quanto egli stesso aveva immaginato. Uno scenario fatto di cospirazioni internazionali, spie, politica, religione, destino dell’Europa. Merita, infine, d’essere sottolineato il corposo apparato di Note posto quasi in appendice, cosa assai rara in un romanzo storico. Da qui si comprende la profondità della ricerca tra le fonti e gli archivi operata dagli autori, elemento che ha reso solida la trama narrata.

     

    IMPRIMATUR
    Rita Monaldi e Francesco Sorti
    Baldini&Castoldi, 670 pp., 18 euro