
(foto LaPresse)
lettere
Vannacci, da valore aggiunto a corpo estraneo. Capolavoro di Salvini
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Giù le mani da Ranucci! E difendiamo tutti il diritto sacrosanto di “Report” di continuare a fare “Report” (e noi di continuare a incazzarci quando lo guardiamo).
Andrea Minuz
Giù le mani. E un abbraccio grande da tutti noi.
Al direttore - Pare che qualcuno, in attesa dell’addio di Vannacci alla Lega, abbia sentito Salvini parafrasare Woody Allen dopo la morte di Diane Keaton: “Solo Dio e Freud possono conoscere il motivo per cui ci separeremo”.
Luca Rocca
Su Vannacci, il capolavoro di Salvini è davvero notevole. Ha fatto entrare nella Lega un corpo estraneo per salvarsi, alle europee. Ha trasformato quel corpo estraneo nell’essenza della sua leadership. Ha visto quel corpo estraneo degenerarsi. Poi lo ha visto inanellare flop. E ora deve trovare un modo per dimostrare che ciò che era diventato l’essenza della leadership salviniana, il suo valore aggiunto, in realtà è un corpo estraneo. Se non ci fosse, Salvini, bisognerebbe inventarlo.
Al direttore - Scrivo per condividere con te e con i lettori del Foglio, che sono sensibili ai temi della libertà e della sussidiarietà, una mobilitazione promossa da Vita e da 67 grandi organizzazioni del terzo settore per eliminare il tetto al 5 per mille. Grazie a questa misura, ogni cittadino, senza oneri, può destinare una quota delle tasse a una causa sociale. Nel 2024, 18 milioni di italiani lo hanno fatto, raggiungendo il record di 603,9 milioni di euro. Alle organizzazioni sociali, però, arriveranno solo 525 milioni. Questo perché c’è un tetto fissato pari a questo importo. Risultato? Oggi il 5 per mille è un 4,3 per mille: i 79 milioni di “extratetto” rimarranno nel bilancio dello stato. Da ciò è nata la campagna “5 per mille, ma per davvero”. La decisione va presa nella legge di Bilancio e il destino del 5 per mille si gioca adesso, già nel Consiglio dei ministri di oggi. E riguarda la libertà di tutti.
Stefano Arduini, direttore di Vita e portavoce della campagna “5 per mille, ma per davvero”
Al direttore - La presidente Giorgia Meloni, per fare valere la propria reputazione e il rispetto dovuto alla persona e alla carica istituzionale che ricopre, ha citato l’Oxford Languages. Non passi lo straniero. Con i migliori saluti.
Roberto Alatri
Slogan suggerito per Landini: prima l’italiano.
Al direttore - Il modo in cui il governo ha affrontato il problema del noto contributo delle banche alla manovra di bilancio ha finito con il fare apparire una buona parte di quest’ultima – che già presenta diversi punti critici – dipendente dall’accordo con le banche, quasi “sine qua non”. E’ augurabile, comunque, che la vicenda si concluda bene, con un’intesa tra le parti, se non altro per evitare seguiti giudiziari. Ma, al di là delle oggettive difficoltà di questa materia, è apparsa una inadeguatezza tecnica e normativa nell’affrontarla e nell’avviare al confronto con le banche. E’ sperabile che comunque sia stata sentita la Bce a cui spetta un potere consultivo obbligatorio prima delle decisioni del Parlamento. Contatti propedeutici valgono anche a evitare errori, quanto meno quelli tecnici. Con i migliori saluti.
Angelo De Mattia
Al direttore - La mia è una riflessione marginale provocata dal fatto che il dibattito politico, anche ai massimi livelli nazionali come a quelli della premier e del segretario della Cgil, oramai finisce spesso a torte in faccia. Il sottoscritto ha avuto la fortuna di conoscere bene la Cgil perché in gioventù, grazie all’indimenticabile Fernando Santi, segretario confederale per i socialisti, ha lavorato all’ufficio studi di quel grande e prestigioso sindacato. Mai e poi mai Di Vittorio, Novella, Lama, Romagnoli, Trentin, Garavini, avrebbero attaccato un’autorità di governo ricorrendo all’insulto usato da Landini. Ma questo è il meno. Passando a cose più serie, neanche lontanamente il più a sinistra di loro, che era Sergio Garavini, avrebbe mai detto che l’obiettivo strategico della confederazione era la “rivolta sociale”.
Fabrizio Cicchitto