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lettere al direttore

Gli sconfinamenti russi in Europa sono un disegno, non provocazioni

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa. Le lettere del 24 settembre 2025

Al direttore - La retorica da quattro soldi sulla Terza guerra mondiale alle porte ci ha sfinito per mesi quando venivano colpiti obiettivi sul territorio russo da parte delle forze ucraine, quando Svezia e Finlandia hanno scelto di aderire alla Nato, quando abbiamo rafforzato il contingente dell’Alleanza sul fronte orientale. Ora che, invece, le provocazioni russe ai nostri confini si fanno più frequenti e sospette, lo spettro del conflitto mondiale diventa improvvisamente un’allucinazione, una profezia che si autoavvera per un’irrazionale desiderio delle nostre classi dirigenti di trascinare il continente in una guerra nucleare. Per evitare a nostra volta questo genere di doppiopesismo, dovremmo però riconoscere che, se è vero che l’isteria andava evitata prima, è altrettanto vero che vada evitata adesso. Gli sconfinamenti russi sul territorio Nato dei giorni scorsi, per quanto gravi, non sono purtroppo una novità e si ripetono con intensità crescente almeno dal 2014. Un attacco imminente della Russia all’Europa non può essere oggetto di serie discussioni e male fanno i media a diffondere allarme ingiustificato. Tutto bene, quindi? Naturalmente, no. La politica del Cremlino verso l’Europa è e resta ostile, le attività ibride e i tentativi di destabilizzazione non diminuiscono. Mantenere alto il livello di allerta e costruire una difesa comune più efficace sono obiettivi ineliminabili. Per farlo non è però utile esagerare la portata della minaccia.
Giovanni Boggero, Università di Torino

Le incursioni russe più pericolose, in Europa, sono quelle che non si vedono, e sono quelle che riguardano gli attacchi praticamente quotidiani alle infrastrutture del nostro continente che devono essere domati da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Le provocazioni russe non vanno sopravvalutate, certo, ma non vanno neppure sottovalutate: per quanto possano essere involontarie, facciamo finta che siano così, automaticamente diventano dei test, facciamo finta involontari, per capire come i paesi europei reagirebbero nel caso di un’incursione non involontaria. Alla lunga, Putin potrebbe scoprire che l’occidente è meno fragile rispetto a come lo immagina. Ma per capire quanto sia pericolosa la Russia per l’Europa un modo per non commettere errori c’è: osservare cosa fa da anni in Ucraina e osservare in particolare cosa fa Putin quando si accorge che i suoi avversari diventano meno desiderosi di proteggere le democrazie, come succede in Europa da quando Trump è tornato alla Casa Bianca. E’ un disegno, non una provocazione. 

   


   

Al direttore - Sono molto incerto sulla separazione delle carriere anche perché in realtà nessuno sa cosa succederà: forse non accadrà quasi nulla, forse il pubblico ministero sarà in qualche modo sottoposto all’esecutivo, che comunque cambia sempre, forse per una eterogenesi dei fini diventerà un super poliziotto ancor più potente di prima. Di sicuro qualsiasi cambiamento, nonostante i proclami entusiastici o catastrofici delle due parti in lotta, non è dietro l’angolo perché il primo giovane pubblico ministero “sfornato” con un concorso separato da quello dei giudici comparirà sulla scena non prima di quattro anni e intanto quelli di sempre resteranno. Di una cosa però sono certo, d’accordo con Andrea Reale. Il dibattito pubblico va bene ma non oltre. Con l’annuncio della costituzione, prima ancora dell’approvazione definitiva della legge, di un proprio personale comitato per il No al referendum, la Anm ha confermato il suo ruolo egemone, anche nella tempistica, di opposizione politica. Tanto vale presentarsi direttamente alle elezioni.

Guido Salvini, ex giudice