
Lettere
Gli istinti antisemiti nascosti dietro al boicottaggio di Israele
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Caro Cerasa, si sta formando il primo embrione di una nuova Unione europea? Di una una nuova unione che, paradossalmente, sta nascendo in Ucraina, che dell’Ue nemmeno fa parte? E’ troppo presto per dirlo, e sarebbe sbagliato peccare di eccessivo ottimismo. La strada è ancora lunga, irta di ostacoli e tutta in salita. Tuttavia, forse sta maturando la consapevolezza che l’Europa così come la conosciamo, con i suoi bizantinismi burocratici, procedurali e amministrativi, può tutt’al più ambire a essere una ricca area di libero scambio, ma non soggetto politico di rango mondiale. Per sedere al tavolo dei grandi della Terra è necessario che i Volenterosi divengano promotori di una iniziativa politica forte e coesa. La lista dei presenti e quella degli assenti per scelta alla Casa Bianca non è altro che la cruda rappresentazione di quella che è già ora un’Europa a due velocità. La prima è quella nella quale contano soprattutto i grafici e le percentuali. La seconda è quella in cui sembra emergere la volontà politica di affrontare le sfide epocali della sicurezza e della difesa del diritto internazionale. La missione europea a Washington per fortuna non è stata una gita turistica. I leader che vi hanno partecipato sono usciti con una missione che nei confronti di Kyiv è anche un dovere.
Michele Magno
Al direttore - Riguardo all’intervista a Yves Bourdillon dal titolo “Merz ha preso il posto di Macron alla guida dei Volenterosi” c’è un dettaglio che sembra sfuggire: Emmanuel Macron sarà all’Eliseo fino a maggio 2027, Friedrich Merz alla Cancelleria fino a inizio 2028. Bastano otto mesi di differenza per concludere che la leadership europea sia cambiata? Macron e Merz hanno in realtà saputo costruire un rapporto solido e bilanciato, in piena sintonia anche con Keir Starmer. E’ un’intesa che Macron ha fortemente voluto e avviato per dare forma a una nuova guida collettiva per la sicurezza europea, con il peso della Germania e la svolta britannica post Brexit. Non a caso, è stato lui a creare la coalizione dei volenterosi per l’Ucraina, che oggi co-presiede con Starmer, dimostrando che l’Europa può muoversi unita e veloce quando serve. Un’intesa talmente efficace che ha convinto persino Giorgia Meloni ad allinearsi, nonostante inizialmente si fosse tenuta alla larga. Segno che, quando la politica produce risultati, perfino chi predilige Mar-a-Lago finisce per unirsi al gruppo europeo. Forse, più che interrogarsi sulle date di scadenza, bisognerebbe chiedersi come strutturare e rendere permanente questa intesa, per una vera svolta nell’Europa della Difesa e della Sicurezza: oggi possibile e, soprattutto, necessaria e urgente.
Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo
Al direttore - Il ridicolo teatrino allestito nei locali di una Asl aretina da due dipendenti, medico e infermiera, autoimmortalati mentre con cipiglio fiero cestinano due confezioni (omaggio, dicono) di prodotti farmaceutici israeliani, si è concluso con le ancor più ridicole scuse delle due eroine, intente a spiegare che il gesto era stato fatto “fuori dall’orario di lavoro” (risate) e soprattutto che “faceva parte di una campagna più ampia”. Parole sante. Anche nella Germania del 1933 i cartelli: “Non comprate dagli ebrei!” facevano parte di una campagna più ampia.
Nicoletta Tiliacos
Ogni tentativo di boicottaggio di Israele fa parte di una campagna più ampia: trasformare le critiche legittime rivolte a un paese democratico in un’occasione per demonizzare lo stato ebraico e nascondere i propri istinti antisemiti dietro la bandiera comoda dell’antisionismo. Già visto.