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Lettere

Il futuro di Scannapieco in Cdp pare solido, ma di mezzo c'è il voto delle europee

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Nel passato partigiano del sistema maggioritario, come (forse) diceva Keynes, quando cambiano i fatti io cambio opinione. Il trentennio del maggioritario all’italiana, nelle sue variegate versioni “bastarde”, è un esempio da manuale di eterogenesi dei fini: non ha stabilizzato il quadro politico; ha ulteriormente parcellizzato la rappresentanza; ha tribalizzato la competizione tra partiti e schieramenti, favorendo comportamenti trasformistici. Dubito quindi che la legge elettorale “promessa” (con quale premio in seggi, a uno o due turni poco importa), possa risanare un bilancio così negativo. C’è poi un punto su cui chiedo lumi a lei e a chi se ne intende. Nella riforma costituzionale proposta dal governo, mi par di capire, l’elezione del presidente del Consiglio “tramite suffragio universale e diretto” e quella delle Camere sono due processi o, meglio, due atti distinti. Se ci sono due schede, in linea teorica si potrebbe dare un premier con una maggioranza parlamentare diversa da quella che lo ha candidato. E’ il famoso inconveniente del semipresidenzialismo francese, per intenderci. Chiedo venia per la mia ignoranza. Ma forse un chiarimento non guasterebbe.
Michele Magno

Difficile, ma potrebbe. Domanda: non sarebbe bellissimo?


 

Al direttore - Il risultato di bilancio dell’esercizio 2023 della Cassa depositi e prestiti (Cdp) è stato particolarmente soddisfacente. L’opera svolta nel triennio dall’amministratore delegato Dario Scannapieco, cominciando con il mettere ordine nelle partecipazioni della Cassa, viene diffusamente apprezzata. Allora è naturale chiedersi il perché della voce – per ora solo di questa si tratta – su di un avvicendamento di questo esponente sotto la cui gestione si sono conseguiti importanti, non comuni risultati. Quello per gli organi della Cdp, data la rilevanza di questa spa pubblica alla quale partecipano anche fondazioni di origine bancaria, dovrebbe essere un metro di valutazione valido per l’intero settore dell’intervento pubblico in economia. Ma è dando seguito alla voce in questione che si vara un siffatto metro? Cioè all’incontrario, per cui chi fa bene deve essere sostituito? Sopravviene lo spoils system? E’ da sperare, allora, che si tratti di una “voce dal sen fuggita” che, in questo caso, a differenza dei noti versi, ben potrà essere richiamata.
Angelo De Mattia

Lascio a lei i giudizi, per una volta, ma noto un fatto. L’attuale amministratore delegato, da quanto risulta, ha ottime probabilità di restare lì dove si trova. Le probabilità sarebbero ancora più alte se il pacchetto delle nomine dovesse arrivare prima delle europee. A quanto ci risulta, però, il pacchetto verrà rinviato a dopo il voto e quello che a oggi sembra molto probabile potrebbe diventarlo meno dopo le europee dell’8-9 giugno che qualche squilibrio alla maggioranza di governo rischia di crearlo. 



Al direttore - Giunge da Bari la notizia degli arresti per presunto voto di scambio e dell’apertura di un’indagine giudiziaria nei confronti di un’assessora regionale del Pd. Un mese fa, inoltre, c’erano stati 130 arresti per presunte infiltrazioni mafiose nel comune capoluogo della Puglia. Nello spirito di un rigoroso garantismo, non entro nel merito giudiziario delle inchieste, in attesa degli sviluppi  in corso. Mi soffermo, piuttosto, sugli effetti che le inchieste hanno nei rapporti politici a Bari e sul piano nazionale. In tal senso, resto sorpreso dalla sorpresa – scusate il gioco di parole – con cui la Schlein ha accolto la decisione di Conte di non partecipare più, a seguito degli eventi suddetti, alle primarie del cosiddetto “campo largo” della sinistra, fissate per scegliere il candidato unitario Pd-M5s per le imminenti elezioni comunali. Di cosa si sorprende la Schlein? Già un mese fa Conte rilasciò affermazioni pubbliche alquanto fredde e distaccate nei riguardi di Decaro e del Pd, dalle quali si evidenziava una sorta di oggettiva convergenza politica (legittima, per carità) tra il capo del M5s e l’azione del ministro dell’Interno, con un duplice effetto di indebolimento: del ruolo guida della Schlein e del Pd nell’ambito dell’alleanza con i grillini (risultato che incassa Conte); della sinistra in rapporto alla competizione elettorale con il centro-destra (risultato che incassa il ministro). Mi sorprendo della sorpresa della Schlein!

Alberto Bianchi
 

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