le lettere

Essere neutrali su Israele significa già aver scelto da che parte stare

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - “La ricerca del sapere fine a se stesso, un amore quasi fanatico per la giustizia e il desiderio di indipendenza personale: sono questi i tratti della tradizione ebraica che mi fanno rendere grazie alle stelle perché ne faccio parte” (Albert Einstein, “Come io vedo il mondo”, 1934).
Michele Magno

  

La ricerca del sapere è lì a suggerirci anche un’altra necessità. E mai come oggi una necessità impellente è chiedersi, in modo laico, come sia possibile, da parte delle nuove generazioni, coltivare un odio così profondo nei confronti di Israele. Se lo è chiesto ieri il Jerusalem Post, che fatto un’operazione interessante, partendo da un sondaggio choc appena diffuso da Harvard CAPS/Harris Poll: la percezione degli elettori americani sul conflitto in corso tra Israele e Hamas indica che la maggioranza (84 per cento) degli americani sostiene la lotta di Israele contro Hamas. Ma se si osserva con attenzione il sondaggio si capirà che dietro a questi numeri vi sono alcune verità, o meglio post verità come si sarebbe detto un tempo, che vanno studiate. Primo: un terzo (32 per cento) dei giovani adulti tra i 18 e i 24 anni non crede che i terroristi di Hamas abbiano ucciso 1.200 civili israeliani sparando, pugnalando e decapitando le persone. Secondo: quasi la metà (45 per cento) dei giovani tra i 18 e i 24 anni pensa che un attacco aereo israeliano abbia causato l’esplosione all’ospedale arabo al Ahli di Gaza. Terzo: più della metà (53 per cento) dei giovani elettori afferma che è Israele, e non Hamas, a governare Gaza. Quarto: più di un terzo (36 per cento) non sa e non crede che Hamas sia considerata un’organizzazione terroristica negli Stati Uniti. Quinto: quasi la metà (44 per cento) dei giovani tra i 18 e i 24 anni afferma che Israele è la patria palestinese, non la patria ebraica. L’odio contro Israele ha radici profonde, e non tutte hanno a che fare con l’antisemitismo. Ma se si considera questo odio come un grave virus presente nelle società aperte chi fa informazione ha il dovere non solo di raccontare i fatti senza cedere alla propaganda dei terroristi ma anche di schierarsi, di mettere in campo la propria visione del mondo, sapendo che di fronte a Israele essere neutrali significa già aver scelto da che parte stare. 


  
Al direttore - Vorrei rassicurare Franco Debenedetti: “Le nozze di Figaro” “di” Kusej quest’estate a Salisburgo le ho viste pure io, le ho trovate anch’io orrende (orrende non perché “moderne”, ma perché idiote) e ne ho pure scritto sul Foglio, per la precisione l’8 agosto scorso a pagina 2. Fra la produzione di Strehler, magnifica ma che dopo mezzo secolo deve stare in un museo, non in palcoscenico, e la schifezza salisburghese ci sono però quelle Guth, Michieletto, McVicar, Kosky, giusto per citarne quattro fra le più belle dell’ultimo decennio. E peraltro diversissime l’una dall’altra come impostazione ed estetica.
Alberto Mattioli

 

Al direttore - Sono molto d’accordo con le osservazioni contenute nell’editoriale del 27 ottobre riguardante la pausa Bce nel muovere i tassi ufficiali di riferimento. Se, voi politici, continuate a spendere per mantenere le promesse elettorali, poi non vi lamentate se la Bce deve alzare i tassi, è il succo tratto dall’analisi dell’editoriale. Giusto. Ma per essere ancor più credibile e prevenire il “doppio standard”, si dovrebbe ammettere dalla stessa Bce una volta per tutte – e non, come finora avvenuto, con un colpo al cerchio e uno alla botte – il gravissimo errore compiuto  nel considerare l’inflazione che aumentava come invece un fenomeno transitorio – e intanto durava da un anno e continuava  a salire – senza agire di conseguenza, quando, invece, la politica monetaria è innanzitutto politica di anticipo e deve incidere sulle aspettative. Come la Lagarde a ogni conferenza stampa post direttivo ripete che i governi debbono ritirare le misure di sostegno in precedenza decise, così, per contrappasso, dovrebbe ripetere il fare ammenda, perché a nessuno sfugga, del madornale errore compiuto con i danni che ha causato. Non vi era alcuna imprevedibilità di un fenomeno che era, al contrario, sotto gli occhi di tutti. Con i più cordiali saluti. 
Angelo De Mattia