Una scena di Le vite degli altri (Das Leben der Anderen), film del 2006 di Florian Henckel von Donnersmarck 

Il punto non sono le intercettazioni, ma gli intercettati messi alla gogna

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Dicono che Nordio si accinga a divenire il peggior Guardasigilli della recente storia repubblicana: ciò equivarrebbe all’ingiusto oblivio dell’operato del collega Bonafede che ha rappresentato, al contrario, l’indiscusso campione della regressione della civiltà giuridica (quantomeno penalistica) continentale.  L’affermazione, per altro,  fotografa  la sghemba percezione e (l’in)coscienza – coltivate ancora, purtroppo, devo registrare ai più disparati livelli degli operatori del diritto – del principio di presunzione di innocenza,  la cui omessa digestione genera ancora, nel 2023, mostri.  Archiviati Travaglio e Davigo, non credevo così numerosi i Neo Inquisitori, ancora vittime del fascino della peccaminosa presunzione di sospetto. Eppure in Italia, il cuore del dibattito politico sul giuridico si avvita ed esaurisce, direttore,  semplicemente, tutto qui.  Auguro al Guardasigilli duratura e feconda opera di ricivilizzazione e di spinta autentica verso un rinascimento giuridico-culturale; opera tanto necessaria e di cui, ora più che mai, cittadini, avvocati e giudici avvertono l’urgenza. Cascame certo del compimento di questa opera benedetta, sarà la rapida restituzione al paese di preziosi punti di pil,  sino ad ora resi indisponibili, massimamente,  ad opera dei sicofanti di un giudicare giusto.  Che, per una volta, si faccia tesoro degli insegnamenti di tutti, anche  se provenienti da un pesce (cit.)
Carlo Zaccagnini, avvocato in Roma

 

Sulle intercettazioni, caro Zaccagnini, gran cognome, mi sembra ci sia una grande stortura. La dialettica vera non è tra chi le vuole proteggere e chi le vuole limitare. Ma è tra chi considera legittimo lo sputtanamento degli intercettati, compresi i non indagati, e chi lo considera invece una vergogna assoluta, non degna di uno stato di diritto. Come dice un caro amico avvocato, un magistrato serio dovrebbe voler ottenere una giusta condanna, in tempi ragionevolmente brevi, di coloro che risultano aver effettivamente commesso dei reati, non la gogna pubblica preventiva e il suo conseguente encomio sulla stampa. Di questo si dovrebbe parlare, non della fuffa.


 

Al direttore - Caro Cerasa, a cosa serve il fatto che i parlamentari europei godano dell’immunità parlamentare se questa può essere loro tolta in ogni momento sulla base di un voto espresso dal Parlamento medesimo? Chi mai potrà eliminare il dubbio che i raggruppamenti politici detentori della maggioranza nel Parlamento europeo tolgano l’immunità parlamentare a un loro avversario politico e invece la confermino a un parlamentare del loro stesso gruppo? Al riguardo, mi ricordo il caso del senatore di centrodestra Antonio Caridi di cui il Senato, allora presieduto dall’ex magistrato Pietro Grasso, decise  la  carcerazione, approvando la richiesta della magistratura con il voto favorevole del Pd e dei Cinque stelle. Caridi fu incarcerato per 18 mesi e nell’estate del 2021 fu assolto da ogni accusa, ma intanto la sua vita, anche grazie al voto del Senato, è stata rovinata per sempre. L’immunità parlamentare o è incondizionata o non è immunità.
Pietro Volpi