Non farsi trollare dalla “Meloni Salvini Associati”

Al direttore - Al Bano ha confermato che non canterà più in Russia. Per Putin è finita. 
Michele Magno


 

Al direttore - “Meloni archivia la Resistenza”, ha titolato Repubblica il giorno dopo il discorso del presidente del Consiglio per la richiesta di fiducia al Parlamento, non essendo la parola “Resistenza” mai citata in quella allocuzione, forse perché, ipotizza il quotidiano di Largo Fochetti, per il neopremier non è “degna di essere nominata”. In effetti, dato che stava parlando di totalitarismi e aveva citato il Risorgimento, una parola sulla Resistenza ci sarebbe stata bene. Anche altri politici e commentatori hanno fatto notare questa inadempienza. Ma Giorgia Meloni, a onor del vero, non è l’unica ad averla commessa. “Resistenza” non appare nel discorso di richiesta di fiducia di Mario Draghi nel 2021, in quello di Giuseppe Conte, né del 2019 (quando governava con il Pd), né in quello precedente del 2018 (il partner allora era la Lega). Non ne troviamo cenno nel discorso di Paolo Gentiloni (2016), in quello di Matteo Renzi (2014) e nemmeno in quello di Enrico Letta (2013). Ho confidato in Mario Monti (2011), ma anche lì, nessuna traccia.  Insomma, un peccato di omissione di cui non si è resa colpevole solo Giorgia Meloni, ma lei è stata l’unica a cui è stato fatto notare. Come dire? C’è Resistenza e Resistenza.
Ubaldo Casotto

 

L’unica resistenza a cui la sinistra oggi dovrebbe prestare un po’ di attenzione è quella legata alla tentazione irresistibile del centrosinistra di cadere nelle trappole dialettiche della “Meloni Salvini Associati”. E il caso del rave, per esempio, è una di quelle: davvero si può regalare alla destra la battaglia per la difesa della legalità mettendo Meloni e Salvini nelle condizioni di sostenere che la sinistra è dalla parte, per esempio, di chi vuole organizzare rave illegali? Il trollaggio è partito. Svegliarsi, please.