Sergio Mattarella (Ansa)

Lettere

Il discorso perfetto di Mattarella su come si difende la democrazia

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Bel colpo, Dario Di Vico. Ha ricominciato a collaborare a un giornale su cui scriveva ai tempi della fondazione. Fantastico riaggancio. Benvenuto. E grazie al magnifico Cerasa. 
Giuliano Ferrara

Slurp!



Al direttore - Macron ha vinto, però ha perso. Le Pen ha perso, però ha vinto. Sono quelli che prevedevano un tête-à-tête e che, sotto sotto, ci speravano (Honni soit qui mal y pense di Giuseppe Conte).
Michele Magno

“Ai fessi che prendono in giro Salvini ricordo che lui con largo anticipo ha puntato su Putin, Trump e Le Pen. E voi, geni della geopolitica?” (Claudio Borghi, futuro parlamentare leghista, su Twitter, 11 novembre 2016).


 

Al direttore - Il 23 aprile 1999, i capi di stato e di governo dell’Alleanza si riunirono a Washington per celebrare il 50esimo anniversario della Nato. Allora toccò a Massimo D’Alema rendere omaggio, nella stessa sala in cui venne firmato il Trattato Nord Atlantico, a un risultato eccezionale: cinque decenni di pace e di sicurezza in Europa. D’Alema, in quell’occasione, si soffermò sulla “sfida difficile” che allora stava affrontando l’alleanza: “E’ stato necessario ed è ancora necessario usare di nuovo la forza in Europa per costruire una pace giusta”. Raccontò di aver visitato il confine tra Kosovo e Albania e di essere stato con i volontari italiani che in loco accoglievano e assistevano i rifugiati: “Con i miei occhi ho visto i trattori, ho visto le donne, i bambini e gli anziani, ho visto queste persone ferite nei loro corpi, private di tutto, non solo dei loro cari, ma perfino dei documenti di identità, le targhe automobilistiche erano state strappate dalle loro auto in modo da cancellare qualsiasi collegamento con la loro patria e le loro case. Non avremo pace finché queste persone non saranno in grado di ritornare a casa in pace e serenità, come rispettati cittadini del loro paese, e non avremo pace finché i soldati che li hanno mandati via non saranno respinti”. “Questo è il nostro impegno e per questi obiettivi e valori l’Italia svolgerà il suo ruolo all’interno dell’Alleanza. Sarà un alleato forte e sincero, capace di assumersi le proprie responsabilità”, concluse. Allora D’Alema era il capo del governo e indossava i panni atlantici che poi ha dismesso (il D’Alema blairiano e liberale è durato poco). Si tratta, tuttavia, di un discorso che, vista l’aria che tira, vale la pena di leggere. Non è male, direbbe Mr. Pickwick, accendendosi un altro sigaro.
Alessandro Maran

Perfetto. Così come perfetto, magnifico, è stato il presidente della Repubblica in questi giorni. Prima ricordando che “il 25 aprile rappresenta la data fondativa della nostra democrazia, un popolo in armi per affermare il proprio diritto alla pace” (la pace si difende anche con le armi). E poi ammettendo, lo ha detto lunedì ad Acerra, che i degni eredi dei partigiani sono i resistenti ucraini. Niente male, per un presidente cattolico.

Di più su questi argomenti: