Quarta gamba a chi? Le sorprese ancora possibili della crisi

Le lettere al direttore del 22 gennaio 2021

Al direttore - Quarta gamba, ma a piede libero.
Giuseppe De Filippi

    


Al direttore - Però, dai, bisogna riconoscerlo: se non era per Renzi col cavolo che lo mettevi il Conte sullo Stretto.
Luca Del Pozzo

 

Si chiedono in molti che cosa abbia in testa Matteo Renzi e come possa in qualche modo rientrare in partita e la risposta a questa domanda non può che essere formulata spacchettandola in tre. C’è uno scenario di sconfitta totale per Renzi, che coincide con l’opzione saccheggio: la maggioranza senza Renzi riesce a trovare i senatori necessari (compresi alcuni di Italia viva) per formare un gruppo  e in quel caso la sua partita sarebbe del tutto persa (la mossa del caciocavallo). Gli altri scenari, non di sconfitta, sono quello in cui la maggioranza è costretta a tornare da Renzi per evitare di stare in piedi senza camminare (anche a costo di convivere con i nuovi responsabili) e quello in cui la maggioranza capisce che non c’è alternativa al sacrificio di Conte (e all’allargamento del suo perimetro, magari anche a Forza Italia) per evitare le elezioni. Se la maggioranza potrà fare a meno o no di Italia viva lo si capirà già mercoledì  della prossima settimana, quando il ministro  Alfonso Bonafede illustrerà prima alla Camera e poi al Senato la sua relazione sulla giustizia. Relazione a cui il partito di Renzi voterà no. Le sorprese sono  possibili. 

  


Al direttore - Il cluster marittimo italiano, comprensivo di tutte le attività di produzione di beni e servizi e delle attività istituzionali del mare rappresenta il 2 per cento del pil nazionale con 32,6 miliardi di euro, fornendo occupazione a oltre 500 mila addetti. La dimensione marittima del nostro paese, in ambito europeo, esprime la seconda maggior estensione costiera continua, mantiene il primo posto per importazioni via mare e il terzo per esportazioni, è al primo posto per traffico passeggeri, possiede la seconda flotta peschereccia europea. Tuttavia, il mondo dell’economia del mare italiana deve quotidianamente confrontarsi con l’assenza di un assetto istituzionale unitario. Le competenze sono  attualmente frammentate e assegnate in capo a 5 diversi ministeri, quello delle Infrastrutture, dell’Ambiente, delle Politiche agricole, dello Sviluppo economico, oltre alle competenze in capo ad altri dipartimenti, alle regioni e agli enti di ricerca. Per questo, nell’attendere fiduciosi una soluzione rispetto all’attuale crisi di governo, auspichiamo che venga valutata l’istituzione di un ministero del Mare o di un dipartimento in seno alla presidenza del Consiglio dei ministri, che metta a sistema le diverse competenze sul tema, riconoscendo – come è stato fatto già in Francia – un ruolo fondamentale al settore della blue economy.  Siamo  convinti che l’economia del mare possa davvero rappresentare una delle leve maggiormente innovative per rilanciare lo sviluppo del nostro paese. Ripartire da una strategia nazionale che riconosca e valorizzi la centralità del mare significa ripensare davvero lo sviluppo dell’Italia in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando. Ringraziandola per averci ospitati sul suo giornale, la saluto cordialmente.
Luigi Giannini, presidente di Federpesca