Un popolo di navigator, quote 100, commissari e virologi (da osteria)

Le lettere al direttore del 19 novembre 2020

    Al direttore - Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, il numero degli esperti di coronavirus ha superato il numero dei contagiati.
    Michele Magno

      
    Italiani: un popolo di santi, poeti, navigatori (e navigator) e virologi da osteria.


      
    Al direttore - Strada impraticabile in Calabria.
    Gino Roca

     
    Tre commissari in dieci giorni. Mi chiedo come sia possibile che il governo non abbia ancora pensato di nominare Arcuri.


      
    Al direttore - Tutti ci auguriamo che l’appello per la sanità campana abbia successo e che 450 medici rientrino dalla pensione per riprendere servizio e fare fronte all’emergenza. Certo che – senza l’introduzione di quota 100 – molti di loro sarebbero ancora in corsia. 
    Giuliano Cazzola

      
    È così. E se vogliamo essere precisi i numeri sono questi. Tra il primo gennaio del 2019 e il primo ottobre del 2020, i beneficiari di quota 100 nel mondo del pubblico impiego  (casse pensionistiche ex Inpdap) arrivano a quota 77.737 (34.981 nel 2020, 42.756 nel 2019); tra questi, coloro che vengono dal mondo della scuola sono esattamente la metà (33.889, di cui 341 insegnanti dell’asilo, a cui si potrebbero aggiungere anche i 687 docenti delle università) e coloro che vengono invece dal mondo della sanità sono 11.897 (di cui 1.676 medici). In altre parole, come abbiamo scritto il 28 ottobre, sanità e scuola (i dipendenti pubblici in tutto sono 3,3 milioni, 1 milione di persone impiegate nelle scuole e 600 mila nella sanità) sono stati i settori più colpiti da quota 100 (segue il personale dei ministeri, 8.224, mentre l’impatto minore di quota 100 è stato registrato sui magistrati, con 43 pensionamenti anticipati). E se la sanità e la scuola oggi devono fare i conti con delle gravi inefficienze in termini di personale non lo si deve solo a un’emergenza improvvisa (la pandemia) ma lo si deve anche a una scelta irresponsabile fatta due anni fa dalla Lega e dal M5s: indebolire l’organico degli ospedali e delle scuole senza preoccuparsi poi dell’impatto sui conti dello stato.


      
    Al direttore - Caro Cerasa, un racconto personale. La mia odissea ha inizio il 3 novembre con un po’ di febbre – 37.5 – per mio papà e un po’ di tosse. Subito ho pensato al peggio. Il giorno dopo contatto il medico che lo ha in cura il quale mi dice di cominciare subito la terapia con cortisone e antibiotico. Mio papà ha 83 anni. Dopo due giorni anch’io febbre, e comincio la stessa terapia. Nel frattempo prenoto un tampone privato. Il 9 novembre faccio il tampone e dopo un giorno anche mio padre e mia madre. L’11 novembre abbiamo il responso: positivi al Covid-19. Il medico di famiglia fa scattare la segnalazione all’Asl e io mi attivo anche per avere una bombola di ossigeno che solo tramite catena solidale e interessamento fra tutte le farmacie riusciamo ad avere. Mi si dice di monitorare col saturimetro e controllare febbre e tosse. Mio padre febbre e tosse non ne ha ma la saturazione è un po’ bassa e comincia anche a non mangiare (lui è già debilitato di suo). Mia madre invece è nel letto dal 9 novembre, non mangia e riesco solo a farla bere, ma lei è satura e non ha febbre. Anch’io ho il Covid e all’inizio cerco di curare entrambi oltre che me stessa. Poi vedendo che papà ogni volta faticava per andare in bagno decido di chiamare il 118. Che solo al secondo tentativo interviene portando con sé papà all’ospedale Cardarelli. Papà al momento ha l’ossigeno, non ha il casco ma le condizioni sono gravi. Intanto aspetto questa famosa chiamata dell’Asl non solo per me ma anche per mia mamma. La quale chiamata, dall’11 novembre, giorno della prima segnalazione in piattaforma, non è mai arrivata. Mia madre, ripeto, è a letto senza mangiare, solo con acqua e vitamine. Ho fatto segnalazioni al mio medico il quale mi ha detto che ha mandato una email all’Asl. Questa mattina ho segnalato anche la cosa ai Carabinieri. E intanto attendo giorno dopo giorno la chiamata dell’Asl. Io non pretendo nulla ma una flebo a mamma che apparentemente sembra asintomatica? Grazie direttore, spero che questa mia possa servire anche ad altri nella mia stessa situazione.  
    Antonella Bonetti