No, non era un voto sul M5s. Come sono andati i nostri endorsement

Le lettere al direttore del 22 settembre 2020

    Al direttore - I 5 stelle, coerenti, hanno tagliato anche gli elettori.

     
    Giuseppe De Filippi

     
    Quoto autorevolmente Lercio: “Parlamentari del M5s esultano per il taglio dei parlamentari poi si accorgono di essere parlamentari”.


     
    Al direttore - L’appello degli intellettuali su Repubblica ha fatto la differenza.
    Pasquale Annicchino

     



    Al direttore - Repubblica ha passato le ultime settimane a dire che il referendum costituzionale era un referendum sul M5s. Ora al referendum ha vinto il Sì. Chi glielo dice a Stefano Folli e Maurizio Molinari?


    Luca Marini


    Non era in ballo il futuro della democrazia e non era in ballo l’antipolitica. E non era neppure un voto sul M5s. Si trattava solo di non regalare ai populisti una riforma che populista non è: quella per l’efficienza del Parlamento. E’ la ragionevolezza, bellezza.



    Al direttore - Elezioni andate. E i vostri endorsement, invece, come sono andati?
    Franco De Michelis


    Risultati dei nostri totally unnecessary endorsement. Al referendum, votavamo Sì (andata). In Veneto, votavamo per Zaia (andata). In Toscana, votavamo per Giani (andata). In Campania, votavamo per De Luca (andata). In Liguria, votavamo per Toti (andata). In Puglia, votavamo per Scalfarotto (non andata). Nelle Marche, votavamo per Mangialardi (non andata).



    Al direttore - La Toscana che resiste all’attacco di una destra che si finge pacata ha un’arma nemmeno tanto segreta. Non basta dal palco l’affabile sorriso, non bastano i ma si figuri, fascisti noi? Guardi che noi siamo come lei, lei è come me, loro sono come loro, essi sono come sanno. Ora tocca a noi. La Toscana che “bien resiste” a differenza dell’Emilia-Romagna non ha scoperto la mano fortunata e sorprendente dei quattro ragazzi che si fanno Sardine. In Toscana s’avanza uno strano soldato: è un pesce di fiume, il più antico, non raggiunge grandi dimensioni, vive a lungo, porta bene la sua sagoma affusolata e naviga la parte più pulita e trasparente delle acque che scorrono via verso il mare. E’ la Lasca (Protochondrostoma genei), un piccolo ciprinide autoctono. Siamo noi la Lasca: i vecchi, gli anziani, che motu proprio e con qualche aiutino si sono recati ai seggi. Se nello scenario degli aventi diritto gli anziani sono circa il 30 per cento, negli elettori, in coloro che proprio ci tengono e non rinunciano al sacrosanto diritto di sbarrare la porta in faccia a chi tenta il colpo di mano, raddoppiano. Sfiorano il 60 per cento e a bocce ferme vedremo meglio ma sono le lasche che argentee sguizzano nei seggi e riversano nelle urne una volontà che fa onore a loro e a tutto ciò che le circonda. La novità dell’ora è questa: l’avanguardia democratica e civile della Toscana ha pochi e bianchi capelli. Ha una volontà di ferro, argentea guizza: La Lasca.


    Guelfo Guelfi


     
    Al direttore - Un articolo di Carlo Stagnaro sul Foglio di qualche giorno fa interviene sulla consultazione lanciata dal ministero dell’Ambiente sui “Sussidi ambientalmente dannosi (Sad)”, che vanno riconvertiti in sussidi utili alla decarbonizzazione e giusta transizione. Alcune considerazioni svolte dall’autore sono sorprendenti: ritiene che, dato che il gasolio ha una tassazione inferiore alla benzina, anziché aumentarla si otterrebbe lo stesso beneficio abbassando la tassazione della benzina. Questo ragionamento non regge se si cerca di capire la relazione che dovrebbe esserci tra i sussidi ambientalmente dannosi e le tasse sugli inquinanti. Le tasse sui combustibili dovrebbero essere fondate sul danno che gli stessi procurano (sociale, sanitario, ambientale) piuttosto che essere utilizzate quale strumento di cassa regolandoli come sussidi e/o strumenti di incentivo economico. Ciò posto, il catalogo Sad, secondo gli ambientalisti, ha diversi limiti: non calcola ancora i sussidi regionali e non include i sussidi verso il metano o gas “naturale”. In Italia questo carburante ha una tassazione sostanzialmente nulla nell’autotrazione: detto che il gas fossile è solo un po’ meno climalterante e inquinante di altri fossili, qualcuno sa perché l’azzeramento della sua accisa non è presente né tra i dannosi, né tra i favorevoli? Misteri italici. La consultazione agostana sulle proposte di riforma dei Sad del ministero dell’Ambiente – pur con il limite di essersi svolta nella pausa estiva – è comunque stata opportuna. Perché si tratta di scelte importanti che ci riguardano per attuare il Green Deal europeo, l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e realizzare una giusta transizione ecologica del nostro sistema produttivo sul piano sociale e ambientale. 


    Anna Donati, responsabile mobilità sostenibile Kyoto Club