Paletti del pubblico: perché lo stato deve produrre prosciutti?

Al direttore - Scuole riaperte ora forza coi compiti a casa.

Giuseppe De Filippi


   

Al direttore - E’ accettabile che l’amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti delinei la strategia dell’istituto impegnato come è oggi nelle principali operazioni economico-finanziarie e che il ministro dell’Economia sostenga, partendo dalla vicenda Atlantia-Autostrade, che con la Cdp si stia aprendo “una nuova pagina” senza che nelle competenti sedi sia stato affrontato organicamente il tema del mandato di questa istituzione – che è un intermediario finanziario, non bancario –, delle opportunità, ma anche dei limiti? Non si rischia di questo passo uno scivolamento, in una generale inconsapevolezza, verso l’Iri seconda fase – o verso un carrozzone vecchio stampo – con l’ulteriore possibile conseguenza per la Cassa di essere configurata come strumento di aiuti di stato e della riclassificazione nel perimetro del debito pubblico? Non si dovrebbe, una buona volta, affrontare compiutamente questo tema e non limitarsi ad aprire pagine in bianco? Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

    

Quando si parla di Cassa depositi e prestiti, caro De Mattia, il rischio che lei segnala c’è sempre. Ma in una stagione in cui lo stato dovrà essere più presente nella nostra economia il punto non è se fare entrare lo stato nel mercato, ma come. Solitamente, si tende a osservare la presenza dello stato in economia segnalando due possibili traiettorie: modello Enel o modello Atac. Ovverosia: presenza discreta e virtuosa dello stato, in un contesto di mercato, o presenza oscena e inefficiente del pubblico, in un contesto anti mercato. A queste categorie ne andrebbe aggiunta un’altra che riguarda una storia poco raccontata sui giornali che è quella di Ferrarini. Ferrarini è una storica azienda di salumi di Reggio Emilia (specializzata in prosciutti) che qualche anno fa è andata in default. Tra i suoi creditori vi erano la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno fatto la fine che sapete e così i crediti di Ferrarini sono finiti ad Amco, società controllata dal ministero dell’Economia che vanta circa 50 milioni di credito da Ferrarini. Ferrarini ora è in concordato preventivo e ha di fronte a sé una serie di offerte di acquisizione. Una è di Unicredit e Intesa Sanpaolo. L’altra è di una cordata a cui partecipa Amco. Ora la domanda è ovvia, anche se in pochi se la fanno: qualcuno può spiegare per quale ragione lo stato italiano deve occuparsi di comprare un’azienda che produce prosciutti? Sarebbe gradita una risposta. Grazie.


     

Al direttore - Visto che siamo costretti a usarla, ecco qualche lato positivo della mascherina. In aereo o in treno puoi spararti delle gran penniche con la bocca spalancata e la bava da cammello, non se ne accorge nessuno. Se la sera prima ti sei mangiata una marinara con 8 spicchi d’aglio, stai serena. Al massimo l’alitazzo te lo annusi solo tu con effetto sedativo annesso e torni diretta al punto uno. Puoi farti crescere una coltivazione di insalata tra i denti. Non sei costretto a sorridere a chi ti sta sulle palle. Non sei costretto a sbaciucchiare chi ti sta sulle palle. Se qualcuno prova a darti un buffetto sulla guancia o a stringerti il naso tra le dita viene istantaneamente prelevato dall’esercito e finisce a Guantanamo per attentato alla salute pubblica. Puoi dimenticarti di fare la ceretta e arrivare ad assomigliare al baffo delle televendite, chi se ne frega. Non sei più costretto a fare il ventriloquo per insultare qualcuno di nascosto. Puoi fare una riunione serissima con la faccia da coniglio. Puoi assecondare gli attacchi di senilità precoce parlando da solo per ore. Copre il doppio mento. Questo vale come tutti i punti sopra messi insieme.

Viviana De Mitri

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