Essere tolleranti significa non esserlo mai con gli intolleranti (Popper)

Redazione

    Al direttore - Se qualcuno mi definisse “cicciottello” non me la prenderei affatto. Anzi, vista la mia stazza, l’uso del vezzeggiativo sarebbe una gentilezza.
    Giuliano Cazzola

     

    Al direttore - Leggendo il suo editoriale “il linguaggio della menzogna” veniva da ridere per non piangere pensando alla metamorfosi di Travaglio e dei grillini. Non ci sarebbe alcunché da aggiungere se non constatare la miseria politico-culturale e la mancanza di un minimo di pudore in simili comportamenti.
    Pasquale Ciaccio

     

    Al direttore - Per lo chef Bottura il cibo dev’essere “solidale e antispreco”. Va bene il solidale; ma senza “spreco” cala la domanda e diminuisce l’offerta. Con conseguenze imprevedibili per tutto il settore alimentare.
    Jori Diego Cherubini

     

    Al direttore - Rispondendo a Luca Taddei lei oggi suggerisce l’opportunità che Renzi si rechi da Berlusconi per proporgli di cambiare la legge elettorale con eventualmente l’introduzione dei collegi uninominali. Ricordo che in occasione del patto del Nazareno Renzi si presentò all’emissario di Berlusconi (mi pare Verdini) con tre diverse proposte di legge elettorale fra cui anche il Mattarellum coi collegi uninominali. Sarebbe interessante conoscere nei dettagli le tre proposte di legge elettorale che Renzi propose due anni e mezzo fa a Berlusconi.
    Vanni Malagola Anziani

     

    Al direttore - La tolleranza costituisce uno dei pilastri della nostra civiltà ed è condizione necessaria per le libertà (di culto, di diritto all’eresia…) che la caratterizzano. E’ quindi un valore preziosissimo e fondamentale che va difeso in modo esplicito e con decisione – anche da se stesso. Interessante al proposito ricordare cosa scriveva Popper ne “La società aperta e i suoi nemici” sul paradosso intrinseco al principio di tolleranza: “Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti, e la tolleranza con essi. In questa formulazione io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni. Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell’argomentazione razionale, ma pretendano ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all’argomentazione razionale, perché considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l’uso dei pugni o delle pistole. Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti”.
    Marco Airoldi

    Perfetto.

     

    Al direttore - Deportati? Personalmente, ho dovuto emigrare a Berlino (da Milano), imparare il tedesco e cambiare lavoro inventandomelo, a 63 anni. Figuratevi quanta comprensione possa avere per questi statali, con lo stipendio assicurato per merito del governo Renzi su cui peraltro inveiscono, che si lamentano con toni apocalittici per non trasferirsi dove ci sarebbe (forse) bisogno del loro mestiere. Già, il loro mestiere, a cui evidentemente tengono meno che alla loro abitudine, preferirebbero stare al paesello a insegnare a nessuno, cioè a essere pagati per nulla. C’è da chiedersi cosa possano insegnare, quale livello morale, quale senso reale della vita comunicheranno questi docenti ai temo sfortunati ragazzini cui verranno assegnati.
    Matteo Stefano Vitale

    Deportare. Golpe. Tirrania. Colpo di stato. Sul linguaggio della menzogna leggete domani la copertina del nostro sabato scritta da Salvatore Merlo.

     

    Al direttore - Il ragionamento di Ferrara non fa una grinza. E le considerazioni del professor Somin sul Washington Post sono molto interessanti. Io non leggo il Washington Post, ma ogni mattina trovo nella mia boîte email Foreign Policy Magazine che è in piena ferocissima campagna contro Trump e m’informa minuziosamente di tutte le nefandezze trumpiane. Immagino che neanche il WPost sia molto tenero. By the way, la mia nuora sudafricana spara a zero contro Trump, e persino il mio nipotino undicenne nella sua scuola di Cape Town deve averne sentite di cotte e di crude contro. Tutte le società civili del mondo sono contro Trump e questo mi dà da pensare, data la mia scarsa stima per le suddette, che vedo sempre più attraverso le lenti di Elias Canetti. Tuttavia, ragionando al mio livello, forse Trump agevolerà il pol. corr., l’ipotesi è plausibile, ma che il politicamente corretto con il sistema obamian-clintoniano continui il suo cammino, profondamente illiberale, è una certezza. Non foss’altro perché altrimenti il suddetto sistema dovrebbe sconfessare se stesso da cima a fondo. E allora faccio i conti della serva e tra il professor Somin e Clint Eastwood scelgo quest’ultimo. Hai visto mai…
    Mario Mauro