Adozioni e nuove frontiere. Natale a Reggio Calabria, si gira

Redazione

    Al direttore - Ciak. Natale a Reggio Calabria.
    Giuseppe De Filippi

     

    Al direttore - Quindi alla fine aveva ragione il Foglio: niente adozioni e Renzi che la legge sulle unioni civili la vota con Ncd. Bravi.
    Luca Marconi

     

    Vero. Renzi oggi ha la possibilità di dire (a) “maestra, le adozioni le volevo, è stato Grillo Beppe a non volerle” e (b) “amici cattolici, visto che meraviglia, non ci sono le adozioni”. Ma purtroppo scoprirà che – legge o non legge – senza fare il referendum alla fine saranno i giudici a decidere sulle adozioni. Altra scommessa: ne riparliamo tra un anno.


    Al direttore - Di Umberto Eco tutti hanno letto tutto. Pochi hanno memoria di quello che disse nel 2011 al Palasharp di Milano in occasione di una manifestazione convocata per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Più o meno disse che erano lì per non essere confusi con i loro peggiori (sic!) fratelli, cioè quelli che non la pensavano come lui. Riposi in pace, anche i suoi peggiori fratelli glielo augurano.
    Valerio Gironi

     

    Al direttore - Ho comprato un cronometro svizzero di precisione. Poi ho acquistato una telecamerina giapponese ad alta definizione. Attrezzi necessari per lo switch off del trasporto metropolitano previsto dalla bozza di un decreto legge. Infine, davanti alla fermata, attenderò l’arrivo del bus. E se non arriverà nel giro di trenta minuti e qualche secondo perderò altro tempo per aprire la pratica per il rimborso del biglietto, previsto dalla bozza, confidando in una burocrazia più veloce e puntuale del bus. O forse no. Perché, fatti due conti, coi soldi spesi tra orologio e telecamera, mi conviene ancora prendere un taxi.   
    Gino Roca

     

    Al direttore - E’ sempre così: i grandi campioni devono scegliere l’uscita di scena nel fulgore della carriera. Diversamente siamo al lento declino. Regola che vale per Totti, il cui caso è stato enfatizzato all’inverosimile. Le solite scelte di un giornalismo davvero opinabile.
    Giovanni Attinà

     

    Je suis Spallettì.

     

    Al direttore - Ormai il pupone è un monumento di cartone in campo, e sarà un oracolo silenzioso (speriamo) e trasparente se assunto nella stanza dei bottoni. Anche l’illusione nostalgica (di cosa?) di queste ore si dissiperà veloce come nebbia al vento. Non c’è nulla di sovrastorico (Nietzsche) nei miti calcistici perché raccontano solo un momento della vita, non la sua eternità. E poi da narrare a Roma c’è davvero pochino… farsene una ragione no?
    Pietro Santarelli

     

    Al direttore - E’ doppietta. Nel 2013 con “sacro Gra” aveva portato a casa il Leone d’oro al Festival di Venezia. Adesso Gianfranco Rosi vince pure meritatamente l’Orso d’oro al Festival di Berlino. C’era riuscito solo Michelangelo Antonioni. Con “Fuocoammare” Rosi registra storie concrete, documenta il dramma degli sbarchi a Lampedusa. E’ il “cinema del reale”. I migranti che lasciano le coste africane, travagliate da guerre e fame, per arrivare nel sud d’Italia, con la speranza di aggrapparsi a qualcosa di buono. Quando un tema sociale ci coinvolge tutti, nessuno può voltarsi da un’altra parte, scaricando sugli altri ciò che dobbiamo fare noi. Le immagini di persone morenti non sono finzione cinematografica, sono l’emblema di un’Europa menefreghista e sfilacciata.  
    Fabio Sìcari
     
     
    Al direttore - Sintetizzando il giusto, pragmatico Cingolani pensiero: non è la politica che fa l’economia, è l’economia che dà le sue coordinate alla politica. Nihil novi. “Panem et circenses”. Il panem è soggetto economico, non metafisico o ideale, ed è il supporto indispensabile per i circenses. Tutta la cultura marxista, variazioni e succedanei compresi, si è rotta le corna nell’impossibile tentativo di invertire i termini dell’equazione. Però, miliardi di parole, milioni di libri e tanti grandi cervelli tenacemente impegnati per dimostrare che il fuoco bagna e l’acqua brucia, ci danno la dimensione e rendono bene la realtà della nostra natura di umani. Viene da dire: illa fuit, illa est, illa erit. La morale? E’ di per sé entità viscida, duttile e malleabile, comunque ben sintetizzò Niccolò: “Li stati non si governano coi paternostri”. Con buona pace di Amnesty, che senza panem, nihil est.
    Moreno Lupi