Che differenza c'è tra profanare un'ostia e profonare il Corano

Redazione

    Al direttore - Ritrovo oggi sul Foglio in una intervista di Mario Sechi, come sempre puntuale efficace e brillante, la mia vita e il mio pensiero inevitabilmente compressi in una raffica di proposizioni stringate e incalzanti: esito di quella che pensavo una chiaccherata ariosa su un tema ben più ampio e purtroppo non altrettanto arioso, sempre segnato come è dall’ala della morte. Mi consenta tuttavia per i lettori di oggi e per i futuri frequentatori di archivi informatici di domani, di lasciare a verbale tre note.
    1) Pur orfano di guerra, mio padre, ufficiale destinato dalla vita a morire in una regione lontana da quella natale, non è caduto “a Cagliari in un bombardamento”, ma in esso coinvolto mentre da ufficiale era in servizio nella sua zona di operazione e, dopo una successiva rischiosa milizia accompagnata da un lungo dolore, consumato per sempre a soli 36 anni.
    2) “Costretto a vivere tra colombe”. No, non costretto: fortunatamente vissuto tra colombe, fortunatamente quando le colombe eran colombe, non altrettanto quando dietro lo stesso apparente candore si celavano uccellini e uccellacci di altro sentire.
    3) “Capisco le scelte di Renzi, non ne condivido il progetto”. Come peraltro emerge dal seguito, preferirei riscriverlo: “Condivido nell’immediato le scelte di Renzi purchè – finalmente! – accompagnate dal progetto di spiegare ai cittadini senza sconti e infingimenti che la guerra non è purtroppo uscita dalla Storia, né è uscita la necessità di organizzarsi con consapevolezza a questo fine”. Guai se qualcuno vivesse lo spasmo presente come una ulteriore parentesi, da affidare alla nostra insaputa a una gestione notturna dei professionisti, mentre di giorno i cittadini coltivano quel pensiero “rosa” e “positivo” senza il quale sarebbe difficile continuare a svolgere in allegria il loro compito di consumatori. No. Questo è solo un inizio. O, meglio, è la fine della grande illusione delle generazioni dell’Occidente che a partire dal Dopoguerra hanno immaginato l’avvento di una pace perpetua e universale.
    Cordialmente

    Arturo Parisi

     

    Al direttore - Leggo su Corrispondenza Romana che in Spagna il ventisettenne Abel Azcona, sedicente artista “multidisciplinare” esponente della cosiddetta “arte d’azione”, figendo di fare la comunione ha trafugato 242 ostie consacrate durante atrettante messe tra Pamplona e Madrid, per poi comporre con esse la parola “pedofilia” dopo averle gettate a terra. Come se non bastasse, il siffatto sacrilegio vergognosamente spacciato per opera d’arte, è stata esposto dal giovanotto alla ricerca di fama durante una sua mostra allestita di recente nella capitale della Navarra. Dove durante la presentazione ha pure avuto il coraggio di dire di voler con l’opera “riflettere sulle sofferenze propria e altrui” (sic!). Ed è solo grazie al gesto di un fedele mosso a compassione che le ostie, dopo essere state riscattate, sono state portate in una parrocchia. Nella polemica anche politica che ne è scaturita, la sinistra ha preso le difese del sedicente artista invocando – maddai? – la libertà di espressione e di opinione non senza denunciare l’immancabile “aria di censura”. Siamo alle solite: se uno profana nientemeno che il corpo di Cristo, quella è libertà di espressione; se però dici che sei contro il matrimonio omosessuale, sei un omofobo-fondamentalista-integralista-intollerante e puzzone.
    Luca Del Pozzo

     

    La libertà di espressione, chiamiamola così, applicata alla religione viene sistematicamente messa in pratica solo quando si ha la certezza che la religione che viene colpita è una religione tollerante. Meglio la scomunica dopo aver profanato il corpo di Cristo che una fatwa dopo aver profanato il Corano.

     

    Al direttore - Sugli scontrini di Renzi la Corte dei Conti archivia tutto. “Elementi insussistenti per avviare un’inchiesta’’, e questo è un Fatto.
    Gino Roca

     

    Al direttore - Evviva Nordio. Esiste un giudice a Venezia, non solo Casson. Dopo quel che è successo in Francia stanno già discutendo di islamofobia. L’occidente sta proprio rincoglionendo. Ancora e sempre evviva Nordio.
    Giuseppe Zola

     

    Al direttore - “La nostra è una religione di pace, amore e fratellanza e a chi dice, scrive o pensa il contrario, noi gli tagliamo la gola. Lo possiamo fare tranquillamente perché il principio di non contraddizione di aristotelica memoria, come anche tutta la filosofia, per noi sono morti e sepolti fin dal XII secolo perché inutili. Per noi vale solo il Corano”. Firmato: gli islamici moderati.
    Carlo Di Sciullo