Il passaggio vitale che manca a Forza Italia. Occhio agli estintori
Al direttore - Da vecchio lapiriano tutto mi sarei aspettato meno che ascoltare un intransigente antagonista del caro Fra Raimondo come Marco Pannella – colui che in nome della fede atlantica invocava la “distruzione” di quella Mosca nella quale La Pira si era recato senza il benestare della Farnesina nel 1959 – rimproverare al Papa di aver dedicato il prossimo anno giubilare alla Misericordia, e non al motto “spes contra spem” del grande sindaco di Firenze. Non posso che ringraziarlo, perdonandogli anche il fatto che disconosca la paternità del motto attribuendola, erroneamente, a san Paolo che nella lettera ai Romani descrive Abramo come “qui contra spem in spe credidit”, e dunque come modello (e padre) anche per i cristiani, perché per primo confidò nella promessa di Dio.
Da qui trae ispirazione il motto, che è di La Pira, e quanto alla contrapposizione, della quale parla Pannella, in modo poco chiaro almeno per me, tra essere e avere speranza, credo c’entri poco con entrambe le cose.
Raimondo Fra
Al direttore - Berlusconi corre da solo? Potrebbe essere un’occasione per ridare un assetto al partito in vista di future prove in quanto questa delle regionali mi sembra persa in partenza. Una volta tanto, il Cavaliere potrebbe prendere l’esempio da Grillo e, facendosi presidente (quasi) onorario, potrebbe nominare un esecutivo snello ed efficiente cui delegare la gestione del partito: il patrimonio umano e intellettuale di Forza Italia, inutile negarlo, è costituito dalle donne fra le quali spiccano per capacità e chiarezza di idee, secondo me, la Gelmini, la Ravetto e la Carfagna (per le altre, pure in gamba, ho meno elementi di giudizio), mentre in campo maschile c’è molto poco da scegliere: al tridente femminile si potrebbe aggiungere, oltre a Toti, qualche altro giovane di belle speranze, come Baldelli e Cattaneo (e un fittiano?). Ma dovrebbe lasciarli lavorare in pace, limitandosi a coordinarli e a evitare che si facciano concorrenza per interessi personali, danneggiando il movimento.
Enrico Venturoli
Più che donne o uomini – mi perdoni, ma con tutto il rispetto il livello medio purtroppo è quello che è – il problema è l’approccio: nel momento in cui decidi di puntare su qualcosa di nuovo, quel qualcosa di nuovo lo trovi, lo cerchi, lo scopri; se decidi di rimandare la ricerca di qualcosa di nuovo, dovrai accontentarti di farti rappresentare da chi non rappresenta più nessuno. Mi sembra questo il punto centrale, non trova?
Al direttore - Interessante la sua proposta di un no M-day. Correre da soli e dare un nuovo volto al centro estra è un’idea affascinante, ma bisogna anche tenere presente che in questi ultimi tempi sono cambiate le caratteristiche degli elettori italiani. I moderati sono quasi spariti, sospesi, astenuti. Sono rimasti quelli del “fare” (non m’interessa chi ci governa e come ci è arrivato… l’importante è che decida e faccia delle cose) e poi quelli del “vaffa” (la democrazia è in pericolo, la Merkel è cattiva, fuori dall’euro).
Daniel Mansour
Al direttore - Il 12 marzo un bravo studentello del liceo Carducci con il volto coperto tira un estintore alla polizia e grazie alla Digos il 24 marzo viene indagato, ma in stato ovviamente di libertà. I piccoli reati che gli vengono contestati sono solamente: violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e lancio di oggetti. Meglio tardi che mai visto che ci sono voluti ben 9 giorni per identificarlo, in un paese normale verrebbe messo in condizioni di non nuocere più in quanto elemento altamente pericoloso (il lancio dell’estintore non mi sembra disciplina olimpica), ma con questa giustizia a pagare saranno le bersagliate forze dell’ordine.
Enzo Bernasconi


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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