Oh, ma Renzi queste tasse le sta abbassando o no? Che belle le start up!

Redazione

    Al direttore - Il commento di Ferrara sulla vicenda greca pubblicato ieri chiarisce, meglio di moltissime analisi, il cuore del problema: il debito si rimborsa quando l’economia cresce, ma per fare crescere l’economia occorrono le riforme che bisogna promuovere senza indulgere alla furbizia. Per affrontare questo stretto sentiero in modo che non si finisca per cadere in un dilemma siberiano, bisogna dare un tempo non lungo alla Grecia per respirare e poi avviare un cammino che dovrà fare leva sulla qualità delle riforme, in una parte non irrilevante diverse da quelle volute dalla Troika, ma non certo inefficaci. In questo quadro, la decisione della Bce di bloccare il rifinanziamento delle banche greche con collaterale di titoli pubblici, pur legittima, è inopportuna per i tempi e per i modi. Si sarebbe potuto attendere la fine di questo mese entro il quale si dovrà decidere sulla prosecuzione o no del piano di aiuti. Invece ci si è precipitati nell’assunzione di una misura drastica. I sostenitori dicono che così si stimola e si agevola il negoziato tra la Commissione Ue e le altre istituzioni comunitarie con l’esecutivo di Tsipras. Ma non si cura un ammalato impedendogli una terapia transitoria che gli abbassi almeno la febbre. Così la si aggrava. Del resto, anche il Quantitative easing avrebbe dovuto essere adottato diversi mesi fa perché lo imponeva il mandato fissato per la Bce; era un atto, quello o un’alternativa, giuridicamente cogente. Eppure si sono attesi oltre cinque mesi per vararlo. Nel nostro caso non si potevano attendere tre settimane, evitando anche il naturale effetto-annuncio e un contributo a rafforzare la situazione di impasse?
    Angelo De Mattia

     

    Al direttore - Renzi ha sempre dichiarato che non aumenterà le tasse, e che taglierà le pensioni d’oro. Purtroppo devo smentirlo, gli aumenti delle tasse ci sono stati, anzi ha aggiunto anche l’Imu sui terreni, anche su quelli incolti, lasciandola anche sugli immobili sfitti. Per quanto concerne il taglio delle pensioni l’ha fatto ma alla povera gente, ai pensionati con il minimo che non riescono neanche ad arrivare alla seconda settimana, riducendo la pensione da 499 euro a 496 euro. Che bella coscienza!
    Antonio De Iorgi

     

    Quando Renzi dice che il suo governo sta abbassando le tasse dice una verità a metà. Dice il vero quando parla del taglio dell’Irap. Dice quasi il vero quando parla dei famosi 80 euro (valgono dieci miliardi, lo sappiamo, ma quello che spesso non viene ricordato è che quei dieci miliardi non sono un taglio delle tasse ma sono un aumento di spesa e così vengono calcolati non solo per ragioni contabili ma perché sono riduzioni una tantum, da rinnovare, non strutturali). Ma non dice il vero quando sostiene che anche nei prossimi anni le tasse continueranno a essere tagliate. Al momento è una promessa, nulla di più. E quando qualcuno fa notare a Renzi che nei prossimi anni, anzi, sono previsti aumenti di tasse dice il vero. Nota di aggiornamento del Def: un aumento dell’Iva previsto per le imposte indirette di 12,4 miliardi di euro nel 2016, di 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Così, per la cronaca.

     

    Al direttore - La nuova rubrica sulle start up è fantastica, racconta un’Italia geniale, positiva, che crea, inventa, che ci rende orgogliosi di essere italiani! Grazie, continui così, leggo il Foglio dalla sua nascita e le modifiche che sta apportando lo rendono ancora più interessante!
    Alberto Bullani

     

    Le start up ci fanno impazzire, perché anche noi in un certo modo siamo una start up. In arrivo altre sorprese. Stay tuned. Stand up!

     

    Al direttore - In Grecia c’è Tsipras, estrema sinistra. In Francia Le Pen guadagna consensi. In Italia Salvini è il politico che cresce più nei sondaggi. In Inghilterra Farage tiene sempre più il suo spazio. In Spagna l’estrema sinistra porta migliaia di gente in piazza. Direi che forse sarebbe l’ora per l’Europa di incominciare a porsi due domande e qualche problema. Non è che l’Europa parla una lingua e il popolo un’altra?
    Roberto Carletti

     

    Il popolo a volte si incazza. Ma ci sono due modi per organizzare il proprio vaffanculo day. O urlando, e basta, o facendo riforme da urlo. Se le seconde non ci sono, poi si comincia a urlare. Ma il tempo ancora c’è, la Grecia è una storia a parte.

     

    Al direttore - Per amor di verità tengo a precisare che il sondaggio del Corriere citato ieri nell’articolo su Milano ha avuto un esito diverso da quello che avete riportato. Il 59 per cento delle quasi 12 mila persone che hanno votato si è espresso a favore di una ricandidatura di Pisapia mentre i contrari sono stati il 41 per cento.
    Marco Dragone, portavoce di Giuliano Pisapia