Il miglior Veltroni parla al Pd: vi dichiaro marito e moglie
Al direttore - Può darsi che Obama abbia sottovalutato l’estremismo islamico. Ma soprattutto in occidente si è diffusa la sensazione che egli abbia enormemente sopravvalutato se stesso. Perché accettare quel Nobel per la Pace, non per i risultati conseguiti, ma per le aspettative suscitate? Non era meglio barricarsi dietro il buon esempio di Churchill approdato a suo tempo al Nobel per la Letteratura (grazie alla sua “Storia dei popoli anglofoni”)?
Luigi Compagna
Al direttore - A proposito dell’inchiesta di Giuli. Col benecomunismo, che arma il braccio delle associazioni ambientaliste, si sta realizzando una nuova occupazione del territorio. Una specie di moderna legge delle enclosures, con cui pezzi e pezzi di Italia vengono sottratti al libero uso. E la cronaca di questi giorni è spietata. Legambiente, titolare della gestione dell’area in Sicilia in cui sono morti due bambini per l’esplosione di un vulcanello, vede rischi ovunque, blocca il Muos, le trivellazioni, qualunque infrastruttura, i rigassificatori e via così. E sull’unico gas veramente pericoloso organizza gite.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - D’Alema alla Direzione Pd: “La riforma Fornero dell’articolo 18 prevede un monitoraggio che non è stato ancora fatto”. Falso: a gennaio è uscito il primo rapporto del ministero del Lavoro (dati contraddittori ma interessanti, di cui però si è discusso poco). Sempre D’Alema: “Stiglitz sostiene che le riforme del mercato del lavoro non si fanno se c’è disoccupazione e non c’è crescita”. Con buona pace sua e del premio Nobel, la Germania ha cominciato a farle (e sono state una rivoluzione) nel 2003, con l’economia in recessione e con una disoccupazione record. Quindi, per usare le parole dello stesso D’Alema, “non è obbligatorio conoscere i fatti, ma è sempre consigliabile studiarli”. Conclusione: già prima di imboccare l’ingresso di Largo del Nazareno, D’Alema, Bersani e Fassina erano… “Verdini” di bile.
Michele Magno
Al direttore - Sentire pronunciare al segretario del maggiore partito di sinistra, di fronte ai suoi avversari interni e soprattutto di fronte agli italiani, le parole “Il lavoro non è un diritto, è un dovere” mi ha fatto una certa impressione. Secondo me può essere l’inizio di una “riforma culturale” che vale più di qualsiasi riforma del lavoro. Saluti.
Vincenzo Garzillo
Diciamolo con una frase convenzionale orribile, paternalistica, ideologicamente ambigua e politicamente cretina: è valsa la pena di fare tanti sacrifici. Un bacino.
Al direttore - George Clooney e Amal Alamuddin si sono sposati a Venezia al cospetto dell’ex sindaco di Roma. E a Walter Veltroni non è parso vero di udire ben due “Sì” convinti a quanto andava dicendo: emozionato e soddisfatto, tanto da non considerare che il merito fosse solo del ghostwriter. Cordiali saluti.
Rodolfo Maida
La battuta di Cundari era formidabile. Ieri nel Pd un solo intervento sensato, quello di Veltroni: vi dichiaro marito e moglie.
Al direttore - Acutamente Lo Prete ha notato, sul Foglio del 30 settembre, come le argomentazioni utilizzate da Renzi nella Direzione del Pd del 29 scorso abbiano riabilitato il ruolo del mercato. Prescindendo qui dal merito dell’art. 18, bisogna aggiungere che il ruolo del mercato – non messo in discussione neppure dal Pci degli ultimi decenni della sua vita – pone immediatamente, non essendo esso un “locus naturalis”, bensì un “locus artificialis”, il tema delle regole che debbono disciplinarlo, nonché quello della funzione degli altri fattori che in esso agiscono. Finora si è stati ben attenti a non introdurre, nelle analisi correnti del governo, il tema della “produttività totale dei fattori”: dunque, non del solo lavoro, ma degli altri fattori, quale capitale (con tutti i suoi significati), capacità organizzativa, in una con l’ambiente istituzionale esterno, etc. Produttività, competitività, innovazione non possono essere affrontate immaginando un solo “primum movens” – il lavoro – anziché una indiscutibile pluralità di fattori (senza che ciò possa essere considerato “benaltrismo”, perché non certo si vuole eludere la trattazione del fattore lavoro). Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia
Al direttore - Diceva Longanesi che anche se il Papa affacciandosi a S. Pietro negasse la verità di tutto quello che è stato creduto fino a lui e restasse una vecchietta ostinata in ginocchio pregando, il mondo sarebbe salvo: questo a introduzione del Sinodo e di tutti gli sproloqui degli invitati.
Luca Sorrentino
Al direttore - Preoccupato dello sforzo di immaginazione che Andrea Marcenaro sta facendo nel vedermi “sopportare uno come er Viperetta”, lo tranquillizzo subito: non sono più nel cda della Sampdoria. Chiamato a suo tempo da Riccardo Garrone e confermato da suo figlio Edoardo, mi sono dimesso, come tutti gli consiglieri del resto, il giorno stesso della vendita al singor Ferrero. E non mi sono affatto pentito di averlo fatto. Saluti blucerchiati.
Enrico Cisnetto


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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