Un gentile appello cinematografico alla clemenza della corte di Venezia

Redazione

    Al direttore - Schumi potrebbe tornare a casa per Natale. Basta che la messa di mezzanotte non gliela celebri Hans Küng.
    Maurizio Crippa

     

    Al direttore - Ho sempre amato la bassottina, anche nell’attuale versione a otto zampe. E ho sempre letto con delizia Mariarosa Mancuso, perfino quando stroncò il film dei Taviani tratto dal mio libro. Ma – forse, lo ammetto, perché il film mi è piaciuto – trovo un po’ sciagurato un po’ frou-frou il pezzettino del 2 settembre su “The Cut” del turco-tedesco Fatih Akin. Intanto, non prendiamocela coi polpettoni, forma casalinga e nobile di riutilizzo degli avanzi, spesso molto gustosa. Ho visto il film a Venezia e l’ho trovato più che potabile, onesto e ben fatto, specie nella prima parte. E il passaggio per Cuba fu negli anni Venti un ripiego abbastanza frequente per molti profughi armeni: significava avvicinarsi agli Stati Uniti, la meta sognata e definitiva. E quanti sopravvissuti cercarono per anni e anni nel vasto mondo qualche superstite della propria famiglia o del proprio villaggio? Un po’ di clemenza, suvvia!
    Antonia Arslan

     

    Al direttore - “La Storia non offre scuse ai paesi che rinunciano a difendere la loro identità per ripiegare su un cammino meno faticoso. Ma la Storia non garantisce nemmeno il successo delle più nobili convinzioni, se manca una strategia geopolitica”: Henry Kissinger. Concetti chiari e inconfutabili. Ma che nulla, purtroppo, hanno a che vedere con l’ipocrisia, la codardia e il devastante politically correct che sempre più condizionano le strategie delle nazioni occidentali, mettendo a rischio continuo la pace e le libertà su cui si sono fondate. E così si moltiplicano i califfati.
    Rodolfo Maida

     

    Ipocrisia, codardia e politically correct sono ideologia, l’opposto di strategia.

     

     

    Al direttore - Secondo le ricostruzioni dei quotidiani, in base allo sblocca Italia sarà possibile realizzare interventi di manutenzione straordinaria, anche su parti strutturali dell’edificio, e procedere all’accorpamento o al frazionamento delle unità immobiliari, attraverso una semplice comunicazione. Ma la comunicazione da presentare al comune per interventi di quel tipo deve essere accompagnata da una relazione tecnica che accerta la conformità dell’intervento agli strumenti urbanistici e ai regolamenti vigenti. Non sfuggirà al ministro Lupi che interventi di questo tipo potrebbero non essere ammessi dai Piani regolatori vigenti e dunque non essere eseguibili mediante la sola comunicazione, e/o che il tecnico dovrà asseverare il rispetto della normativa tecnica per le costruzioni. Stando così le cose, meglio lasciar “annunciare” che il taglio di travi e pilastri sarà attività edilizia libera ai moltissimi profeti di disgrazie in servizio permanente effettivo da lungo corso.
    Mirko Teramo

     

    Al direttore - Sono rimasta sbalordita dall’assenza di professionalità e dal maschilismo profondo della rubrica Venezia 2014 di Anselma Dell’Olio. Le parole offensive usate dall’autrice dimostrano non solo il suo totale razzismo ma anche ignoranza assoluta. L’autrice infatti non sa di che cosa stia parlando. Non mi riferisco solo al fatto che Dell’Olio alla festa di Grazia non ci sia stata e quindi riferisca semplicemente di sms di colleghi. Ma soprattutto che la giornalista non sappia che cosa sia Grazia. La signora definisce infatti il settimanale che io dirigo “una rivista tutta profumi, trucchi e must di stagione”. Se la signora avesse solo sfogliato il numero di Grazia presente in tutto il Lido avrebbe trovato: 1) un servizio su Frontex plus e sull’emergenza sbarchi 2) un servizio sui malati di Sla e su dove vadano i fondi raccolti con l’Ice Bucket Challenge 3) un servizio sulle convertite all’islam che combattono il jihad 4) un servizio da New York su James Foley, il reporter decapitato 5) un servizio sulle assenze dei parlamentari dal Parlamento europeo 6) un servizio su Ebola 7) un reportage sul set della “Vita Oscena”, il film autobiografico di Aldo Nove 8) un’inchiesta sul gender gap, la diseguaglianza di salario tra uomini e donne 9) l’intervista alla madrina del festival Luisa Ranieri, con servizio fotografico firmato da un fotografo di culto. Invito l’autrice a leggere Grazia, senza usare stereotipi stancamente maschilisti sui periodici femminili. Le donne sono un universo più interessante di quanto creda Anselma Dell’Olio. Vogliono sapere tutto di cronaca, profumi, politica, moda, esteri, bellezza, cinema. La giornalista Dell’Olio non ha offeso me, ha offeso le centinaia di migliaia di lettrici di Grazia. Grazie per l’attenzione.
    Silvia Grilli

     

    La bassottina novella maschilista mostra la pancia e si scusa umilmente per aver offeso la direttrice di Grazia, scambiando una rivista intellettuale, impegnata e seria per magazine veicolo di sole frivolezze femminee. Incassa gli insulti e chiede umilmente perdono. La festa, ahinoi, resta quella descritta da chi c’era, come molte altre quest’anno al Lido frustato dal maltempo. Bau-bau.