Anche chi non c'era sarà giudicato dal desiderio del cuore
Al direttore - Mah, ’ste scarpe coi gommini di Della Valle sembra abbiano la stessa tenuta di strada delle slick delle Ferrari di Montezemolo. Crash of civilizations.
Maurizio Crippa
Al direttore - L’Unità non sarà più in edicola dal 1° agosto. E’ un segno dei tempi. Un giornale che appartiene alla storia dell’Italia non deve morire. Ma quando cessò le pubblicazioni L’Avanti, nessuno disse beo.
Giuliano Cazzola
Al direttore - Grazie per questa iniziativa. Non potrei essere ciò che sono, cioè un cattolico, se qualcuno non fosse stato ebreo prima di me. Per questo la sola esistenza del popolo ebraico mi è cara come la mia stessa vita. In alto le torce.
Luca Del Pozzo
Al direttore - Alla presentazione della Lista pazza a Roma c’ero, questa volta non ho potuto, anche per questioni di tempo. Ma “saremo giudicati dal desiderio del cuore”.
Pino Mulone
Al direttore - C’è l’antirazzismo che si occupa perfino di banane e c’è l’antisemitismo da stupro, quello popolare e quello storicamente documentato, colto e umanitario. E poi c’è Hamas, che ebrei, cristiani o laici per me pari sono. Vale.
Fabio Cassone
Al direttore - Ora tocca a Israele, poi al Vaticano. Come vecchio operaio Fiat propongo che cattolici ed ebrei si mettano in sciopero contro i padroni dell’occidente.
Riccardo Ruggeri
Al direttore - Come scrive il Foglio del 29 luglio, è fondato il dubbio che la Bce, nell’anniversario della sua dura presa di posizione di tre anni fa, invii all’Italia, magari proprio il 5 agosto, una nuova lettera simile a quella di Trichet-Draghi. Le condizioni sono oggi molto diverse. Tuttavia la situazione non è affatto tranquillizzante: basti pensare alla crescita nell’anno tendenzialmente verso lo zero, al debito verso il 135 per cento del pil, al tasso di disoccupazione, agli impegni del Def (da rivedere) e della prossima legge di stabilità, al Fiscal compact, etc. Scalfari di recente ha presentato Draghi come un “renziano”, che confiderebbe nella capacità di Renzi di decidere, anche se tre giorni dopo la stessa Repubblica ha presentato un Draghi fortemente seccato per le querelle suscitate inconcludentemente dal premier con le istituzioni europee sul problema della flessibilità che impedirebbero al presidente della Bce di promuovere un acquisto di 1.000 miliardi di titoli pubblici di cui 200 italiani. E’ chiaro che in queste ricostruzioni domina la fantasia e che le aggettivazioni – riterrei senza autorizzazione – vanno in collisione frontale con quel canone basilare, affermato da Einaudi, riguardante la necessità che i banchieri siano “senza aggettivi”. In questa situazione, più che una lettera prescrittiva, vedrei bene una lettera interrogativa, vista la somma babele di voci su manovre, impegni e scadenze, che chieda una risposta alla domanda: voi del governo cosa intendete fare? Qui si parrà la nobilitade del decidere (efficacemente). Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia
Al direttore - Ottimo e divertente SDM, ma in realtà non tutto è già visto, nella battaglia estiva del Senato: intanto, adesso c’è anche il “canguro”. E soprattutto, quello che non si è ancora visto è un esito positivo. Speriamo.
Mauro Solcioni
Al direttore - Magistrale il suo editoriale sul riscatto del fedele, anche del fedele mafioso, che va oltre la legge dell’uomo, checché ne dicano i cristiani progressisti e buoni e giusti. E allora non capisco la sua campagna – ultimamente, per la verità, un po’ in ritirata, almeno dal giornale – contro lo spirito del nuovo Papa, troppo poco geometrico rispetto a quello del predecessore emerito. Come la legge, anche la ragione non è l’ultima istanza. E come dice lei, è una questione di cuore (di carne). Questo Papa guarda direttamente al cuore, senza peraltro sconfessare i precipitati della ragione – sempre imprescindibili, ma che i più fortunati riescono a vivere e non a pensare soltanto. Lasciamolo fare. Il mondo non perdona chi lo insegue, ma nemmeno gli intellettuali hanno mai goduto di grande fortuna presso la gente “comune”.
Giorgio Abbadessa
Certo che lo lasciamo fare, ci mancherebbe. Con il conforto del piccolo osservatorio romano che siamo: il Papa ci piace, ad alcuni piace troppo.


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