Last gag on Earth

Mariarosa Mancuso
Nella seconda stagione l’ultimo uomo sulla Terra arranca da uno sketch telefonato all’altro

    La comicità insistita diventa tormentone. Se funziona. Quando non funziona diventa solo ripetitiva: o la scintilla scatta, o è un arrancare di gag in gag. Magari anche non malaccio, prese singolarmente. Ma insufficienti per costruire una situazione davvero spassosa. Il primo episodio di “Last Man on Earth” mostrava Will Forte – l’attore di “Nebraska”, bellissimo film diretto da Alexander Payne, recita nella serie dopo averla ideata – che vagava di stato in stato, cercando altri sopravvissuti e raccogliendo oggetti preziosi: un quadro di Gauguin, la tuta del primo astronauta, una mummia, le scarpette magiche di Dorothy nel “Mago di Oz”. Anche un tappetino della Casa Bianca, con l’aquila per ornamento.

     

    Più avanti nella prima stagione, l’ultimo uomo sulla Terra – di nome fa Phil, e si è rifugiato a Tucson, Arizona, sua città natale (il mondo si divide tra chi ci torna appena può e chi non ne fugge mai abbastanza lontano) – incontra l’ultima donna sulla Terra. Non la stava cercando, per la verità, avrebbe preferito un maschio con cui parlare di calcio, e condividere con lui una piscina di Margarita. Ma vede un reggiseno appeso al filo della biancheria, ha un attimo di sbandamento – lui che si era fidanzato con un manichino e non si trovava neppure male. In quel momento arriva Carol. Uno immaginerebbe sesso selvaggio. E invece no. La ragazza prima del letto pretende il matrimonio. Appena fatto il gran passo, Phil scopre che non è affatto l’ultima donna sulla Terra. Ne esiste almeno un’altra, e molto più carina, appena arrivata a Tucson (quando si credeva Robinson, il nostro aveva inutilmente cercato qualche Venerdì lasciando messaggi sui cartelli stradali): January Jones, prima consorte di Dan Draper in “Mad Men”.

     

    Il resto della stagione lasciava la robinsonata per svoltare verso la commedia, di corna e di maschi che gareggiano per le donne rimaste. Al primo incontro, Phil aveva detto a Carol “non scoperei con te neanche se tu fossi l’ultima donna sulla Terra”. Da quando ha la certezza che di donne ne esistono altre, sembra aver cambiato idea. All’inizio della seconda stagione – dal 5 gennaio prossimo in onda su Fox Comedy – sono alla Casa Bianca, nella Sala Ovale e nell’appartamento presidenziale. Carol prova il guardaroba delle First Lady – la signora Lincoln, ma soprattutto Jackie Kennedy e Michelle Obama. Phil crede di averle trovato la casa dei sogni, ma Carol è scontenta. Quindi se ne ripartono verso Tucson, dopo una tappa in Delaware dove è nata lei – e ha cucito cuscini per ogni vicino morto nell’epidemia. In pullman, mentre prima si erano accaparrati un aeroplanino.

     

    Una serie comica non abbisogna di una trama come una drammatica (anche se ormai gli standard televisivi negli Stati Uniti sono così alti che una trama finiscono per averla anche gli sketch di “Louie” con Louis C. K.). Però la Casa Bianca, il ritorno a Tucson, perfino l’abbandono di Carol a una stazione di servizio – stava appiccicando perline su una maglietta, è un tipo così – onde far trascorrere a Phil ancora qualche giorno da solo, sanno di stantio. Non sembra ben lanciata neppure la sottotrama, o trama secondaria, o tentativo di svolta (per saper come chiamarla, bisogna attenderne lo sviluppo).

     

    Lassù, nello spazio, su una navicella, c’è uno scienziato. Viaggia in compagnia di due vermi, non conosciamo la sorte del restante equipaggio. Il giovanotto risulta abbastanza carino per un po’ di spariglio sentimentale. Se riuscirà a tornare sulla terra deserta. Impresa di cui non dubitiamo, tanto è telefonata allo spettatore.
    Mariarosa Mancuso