L'attacco giapponese del Genoa. Parola di Gasp

Sandro Bocchio

Che fare quando gli infortuni (Matri) e il mercato (Pinilla ciao, Borriello ancora da materializzarsi) ti azzerano la forza fisica di un reparto? Ci si inventa qualcosa di nuovo, come Gasperini al Genoa. “Un attacco giapponese”, l’ha ribattezzato il tecnico.

Che fare quando gli infortuni (Matri) e il mercato (Pinilla ciao, Borriello ancora da materializzarsi) ti azzerano la forza fisica di un reparto? Ci si inventa qualcosa di nuovo, come Gasperini al Genoa. “Un attacco giapponese”, l’ha ribattezzato il tecnico, con riferimento a una prima linea diversamente alta. Tra Fetfatzidis, Iago e Lestienne nessuno neppure si avvicina ai 180 centimetri, hanno però mandato in confusione il Sassuolo con movimenti senza palla e accelerazioni improvvise. Mai fermi, reattivi, frenetici, tali e quali ai nipponici del volley. Alla lunga non potrà durare, ma nell’immediato ha funzionato. Eccome se ha funzionato: tre gol.

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