
Il M5s torna nelle mani di Grillo, scrive Le Monde
Mosca, 6 ott 08:25 - (Agenzia Nova) - Le relazioni tra la Russia e l'Italia dovrebbero essere pienamente ripristinate quanto prima. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni. "Le relazioni tra i nostri paesi hanno valenza storica, e possono e devono essere tanto intense quanto lo erano in passato", ha dichiarato il ministro, secondo quanto riferito da “Ria Novosti”. il ministro ha partecipato alla 14 esima sessione del Consiglio Italo-Russo sulla cooperazione economica, industriale monetaria e finanziaria a Roma, culminato con la firma di un accordo di cooperazione nel campo della cultura e del turismo. "Sono fiducioso che ci siano le condizioni per aumentare il flusso di turisti russi in Italia e di turisti italiani in Russia”, ha dichiarato Gentiloni, aggiungendo che “si conferma l'approccio tradizionale del governo della Repubblica italiana sotto l'aspetto dei complicati rapporti tra la Ue e la Russia".
Parigi, 6 ott 08:25 - (Agenzia Nova) - L'abbandono del Movimento 5 stelle (M5s9 da parte del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, la cui elezione nel 2012 fu la prima importante vittoria nelle urne del M5s, è stato probabilmente l'evento che ha accelerato la decisione di Beppe Grillo di riprendere nelle sue mani la guida della creatura da lui fondata: lo scrive sul quotidiano francese "Le Monde" il corrispondente da Roma Jérôme Gautheret in un articolo in cui ripercorre le recenti vicissitudini del movimento; a partire dall'imbroglio romano, le enormi difficoltà che con qualche sorpresa la neo-sindaca Virginia Raggi sta incontrando dopo la folgorante vittoria alle elezioni municipali dello scorso giugno.
New York, 6 ott 08:25 - (Agenzia Nova) - La Commissione europea ha elaborato un piano teso a sostenere le banche nel recupero dei loro crediti e contrastare il problema dei fallimenti aziendali tramite un sistema di "preallarme esterno" per le società a rischio di insolvenza. Il sistema bancario dell'eurozona ha accumulato crediti deteriorati per mille miliardi di euro, pari a circa il 9 per cento del prodotto interno lordo comunitario; in Italia, il 18 per cento del credito bancario è problematico, il tasso più elevato in Europa dopo la Grecia, quasi cinque volte più che in Portogallo e sette volte più che in Spagna. Questi crediti non performanti pesano come un macigno sulla capacità del sistema di emettere credito a favore del settore produttivo e di ricavarne utili. I dati ufficiali delle autorità europee fotografano un'impennata delle bancarotte societarie dopo la crisi del 2007-2008, e ad oggi i dati sono ancora distanti dai livelli pre-crisi: circa metà delle aziende e delle società dell'eurozona non sopravvivono ai primi cinque anni di attività, aggravando così il problema della disoccupazione nei paesi dove essa è più elevata. In Europa Occidentale, in particolare, sono state registrate 170 mila bancarotte lo scorso anno, contro le 130 mila del 2007, stando ai dati della società di consulenza Creditreform. Il numero dei fallimenti aziendali in Europa Orientale è calato rispetto al picco di 193 mila registrato nel 2013, ma in Italia e in Portogallo il dato è ancora tre volte peggiore rispetto al periodo pre-crisi. La Commissione vuole che l'Ue intervenga su questo fronte fornendo aiuto alle aziende in difficoltà affinché sfuggano all'insolvenza tramite efficaci programmi di ristrutturazione. I rappresentanti delle aziende e del settore bancario hanno accolto favorevolmente la proposta della commissione, che verrà finalizzata e presentata ufficialmente il prossimo 25 ottobre. Alcuni ambienti del settore bancario, però, obiettano a una parte del progetto che considerano una concessione troppo generosa alle imprese: la Commissione propone infatti di concedere alle aziende in difficoltà un periodo di 4 mesi durante le quali queste ultime sarebbero esentate dall'onorare i debiti contratti con le banche e lo Stato, a patto si impegnino in un solido programma di ristrutturazione.
Parigi, 6 ott 08:25 - (Agenzia Nova) - "In Italia ci sono più banche che pizzerie": apre con una ormai celebre citazione del "Financial Times" l'articolo che il quotidiano economico francese "Les Echos" dedica oggi giovedì 6 ottobre alla situazione del settore bancario italiano ed alla sfida posta dalla rivoluzione digitale. Il problema, scrive il corrispondente da Roma Olivier Tosseri, è che in Italia le banche sono molto meno frequentate delle pizzerie: gli italiani infatti si recano in filiale in media 1,3 volte al mese, mentre visitano il sito web della propria banca 7,9 volte e per 3,4 volte interagiscono attraverso smartphone o tablet; la digitalizzazione è perciò diventata l'asse principale dei piani industriali presentati negli ultimi anni dalle grandi banche della Penisola. I clienti "pure digital", coloro che non hanno più alcun rapporto fisico con la propria banca, sono infatti già il 37 per cento e questa percentuale continua ad aumentare: è a loro che gli istituti di credito italiani cercano sempre più di rivolgersi. D'altro canto però in Italia la chiusura delle filiali fisiche procede assai lentamente: tra il 2005 ed il 2015 la riduzione delle agenzie è stata dell'8,4 per cento tra i paesi dell'Unione Europea, con punte del 50 per cento in certi paesi del Nord: nella Penisola invece la diminuzione non è stata che del 3,3 per cento. L'Italia insomma resta il paese europeo con il maggior numero di sportelli in rapporto alla popolazione: 49 per ogni 100 mila abitanti, contro una media europea di 36; e con l'avanzare appunto della rivoluzione digitale le banche hanno troppo personale in rapporto al numero di clienti che si recano in agenzia. Secondo diversi studi, il settore bancario italiano entro il 2020 dovrebbe ridurre di un terzo i suoi 300 mila dipendenti, se vuole rilanciare la propria competitività: il presidente del Consilio Matteo Renzi pochi giorni fa ha addirittura evocato la cifra di 150 mila dipendenti in esubero. Non stupisce pertanto, scrive Tosseri su "Les Echos" a conclusione dell'articolo, che funzionari ed impiegati bancari, spalleggiati dai loro potenti sindacati, facciano tanta resistenza al consolidamento ed alla modernizzazione del sistema: una resistenza che è tutt'altro che virtuale.
Berlino, 6 ott 08:25 - (Agenzia Nova) - L'afflusso di rifugiati dal Nord Africa verso l'Italia non si interrompe. Negli ultimi due giorni più di 10.000 persone sono state salvate nel tratto di mare tra Libia e Sicilia in un totale di 72 missioni di soccorso, come riferito dalla Guardia costiera italiana. Almeno 37 i cadaveri, mentre tre dei bambini giunti nel porto di Catania sono nati in mare. In tutto sono state soccorse più di 6.000 lunedì, quasi 4.700 martedì e oltre 530 domenica scorsa. Nelle operazioni di salvataggio, oltre la Guardia costiera italiana, è stata coinvolta la Marina militare irlandese nel quadro dell’organizzazione Frontex della Ue. In migliaia sulle coste della Libia attendono di attraversare il mare. Nel paese nordafricano, dalla caduta di Muammar al Gheddafi nel 2011, non c’è un'autorità centrale in grado di fermare questa ondata. Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, negli ultimi 2 anni sono arrivati in Italia circa 132 mila profughi, mentre in Grecia il flusso si è ridotto da circa 376 mila a poco più di 166 mila. Quello che è aumentato è il numero delle vittime: 3.502 nell’intero Mediterraneo, di cui 3.054 erano persone dirette verso l’Italia.
Berlino, 6 ott 09:52 - (Agenzia Nova) - Germania e Turchia hanno risolto la disputa circa il diritto di visita dei membri del Parlamento tedesco alle truppe di stanza a Incirlik. L’incontro è avvenuto “senza restrizioni”, ha riferito il capo delegazione Florian Hahn (Csu). Non è stato invece accordato l’incontro con membri del Governo o del ministero della Difesa. La visita ha rappresentato il culmine di una lunga disputa dovuta alla presa di posizione del Bundestag nei confronti del genocidio degli armeni da parte dell’Impero ottomano. Le Forze Armate tedesche usano la base Nato a Sud della Turchia per l'appoggio alle operazioni contro la milizia terroristica dell’Isis in Siria. Attualmente i militari schierati nella base sono 250. Il Bundestag deve decidere la proroga della missione entro la fine dell’anno. Senza il via libera di Ankara alle visite, l'approvazione sarebbe stata molto improbabile. “Anche la libertà di stampa e i diritti umani per noi sono importanti”, ha dichiarato Hahn. Soddisfatta dell'incontro con il Comitato di difesa turco l’esperta di Difesa e deputato dei Verdi Agnieszka Brugger.
Londra, 6 ott 09:52 - (Agenzia Nova) - La stampa britannica commenta il discorso di Theresa May, premier del Regno Unito e leader dei conservatori, in chiusura del congresso del suo partito. Secondo un editoriale non firmato del "Financial Times", attribuibile alla direzione, l'intervento segna la rottura con il liberalismo economico senza restrizioni che ha dominato il pensiero Tory negli ultimi quattro decenni. La sua premessa è che il voto di giugno non ha significato solo il rifiuto dell'Unione Europea ma un atto d'accusa contro l'ingiustizia. La sua risposta è un intervento selettivo dello Stato per apportare correttivi. Per il quotidiano della City alcune delle argomentazioni sono valide, ma bisogna ricordare che l'intervento pubblico non è una panacea e può avere conseguenze negative; in particolare, bisogna ponderare attentamente il messaggio sull'immigrazione. Per l'editoriale di "The Guardian" l'era Cameron è stata seppellita. L'intero discorso e l'intero congresso hanno preso forma dal referendum sulla Brexit. Al centro dell'intervento c'è stata la rivendicazione del ruolo dello Stato per garantire equità e sicurezza. Non è stato un discorso all'insegna del liberalismo, né economico né politico, ma il tentativo di fondere diverse tradizioni. Anche per "The Independent" la premier ha cercato di occupare un terreno politico presidiato in modo piuttosto incerto dal Labour e dall'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito. Il nuovo centro di cui ha parlato, comunque, equivale al centrismo tradizionale più l'euroscetticismo, la sua patria politica di origine. Sull'immigrazione, però, sta facendo un gioco pericoloso. Per "The Times" May ha presentato la sua visione di un paese unito e di un partito unito, ma in realtà i conservatori sono divisi sulla questione più importante: la gestione della Brexit. I negoziati saranno lunghi e complessi e senza un approccio realistico c'è il rischio di un fallimento. A May si richiede una leadership saggia, capace di temperare gli eccessi dei Brexiter. "The Telegraph" promuove la performance di May nel suo primo congresso da leader, considerate le drammatiche circostanze in cui, da pochi mesi, è salita al vertice. Anche per questa testata, almeno a parole, è stata marcata la distanza con la leadership precedente. Bocciatura, invece, dal "Mirror", per il quale May è riuscita a dire perfino meno di Jeremy Corbyn.
New York, 6 ott 09:52 - (Agenzia Nova) - Il caotico scenario del conflitto siriano si complica ulteriormente: le milizie sciite irachene già impegnate a combattere lo Stato islamico in patria si stanno riversando in territorio siriano per sostenere l'offensiva del regime di Bashar al Assad contro ribelli e jihadisti ad Aleppo. Per gli Stati Uniti, sottolinea il "Wall Street Journal", ciò significa che lo stesso soggetto potrebbe essere simultaneamente un amico o un nemico, a seconda che si trovi da una parte o dall'altra del confine siriano. Il paradosso è doppio: gli Stati Uniti, infatti, hanno armato e in parte addestrato tanto i ribelli sciiti iracheni, quanto quelli sunniti siriani, che ora si trovano a combattere sullo stesso campo di battaglia, ma su fronti opposti. Stando al quotidiano Usa, oltre mille combattenti sciiti iracheni hanno attraversato il confine siriano dall'inizio di settembre, unendosi a circa 4 mila già impegnati al fianco del regime di Damasco nell'assedio di Aleppo. Ciò significa che quasi la metà dei circa 10 mila uomini schierati dai lealisti ad Aleppo sono iracheni; e proprio la presenza di questi ultimi avrebbe fatto virare gli equilibri sul campo a favore del regime, che nelle ultime settimane ha effettuato col sostegno della Russia anche i bombardamenti denunciati dalla comunità internazionale. Stando all'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulle condizioni umanitarie dei residenti di Aleppo est - la porzione della città controllata dai ribelli e bersagliata dai bombardamenti aerei - la situazione dei civili è sempre più disperata, e circa la metà sostiene di voler fuggire, se possibile.
Gerusalemme, 6 ott 09:52 - (Agenzia Nova) - Un giornalista saudita ha confermato che i sauditi ora possono accedere alla versione online del quotidiano israeliano “Jerusalem Post” nel Regno. Non è chiaro quando il paese abbia interrotto la censura del sito web "jpost.com”, che risale a maggio 2013. La "Jerusalem Post" riserva un'ampia copertura all’Arabia Saudita e al suo ruolo nel processo di pace in Medio Oriente. "Il traffico online nel regno è ripartito di nuovo nell’estate del 2014", ha dichiarato Ilan Yogev, content manager del “Post”, aggiungendo di non aver notato alcun cambiamento in questi ultimi mesi. Secondo i recenti rapporti dei media arabi, tutti i principali siti di informazione israeliani sarebbero ora accessibili.
Parigi, 6 ott 09:52 - (Agenzia Nova) - Grazie al crollo del 15 per cento della sterlina nei confronti dell'euro e del dollaro, iniziato subito dopo il referendum del 23 giugno scorso che ha sancito la Brexit, la Francia è tornata a sorpassare il Regno Unito per Prodotto interno lordo (Pil) riguadagnando la quinta posizione nella classifica delle maggiori potenze economiche mondiali. Aldilà del trionfalistico titolo dell'articolo che apre oggi giovedì 6 ottobre la sua prima pagina, il quotidiano francese "Le Figaro" analizza piuttosto le conseguenze ed i rischi per l'economia della Gran Bretagna provocati dall'uscita dall'Unione Europea.


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