
Unicredit trova un capo, Renzi cerca un piano banche
Londra, 1 luglio - (Agenzia Nova) - Il governo italiano, osserva un editoriale non firmato del "Financial Times", attribuibile alla direzione, ha davanti a sé molte sfide impegnative: dalla crescita economica stentata alle frizioni con la Commissione europea sulle finanze pubbliche al referendum costituzionale. Tuttavia, la questione che può farlo deragliare è l'incertezza delle banche. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sta almeno cercando di affrontare il problema, schivato troppo a lungo. Prima ha promosso il fondo Atlante; poi, sulla scia delle turbolenze dovute alla Brexit, ha cercato di convincere i partner dell'area dell'euro della necessità di ricapitalizzare il settore con aiuti di Stato, tentativo fallito. Renzi teme che ripulire le banche secondo le regole europee possa provocare un terremoto politico. Tuttavia, non può permettersi il lusso di alternative né di rinvii. Le sue preoccupazioni per gli investitori retail sono comprensibili, ma non possono permettergli di frenare il necessario e urgente rafforzamento del sistema del credito.
Parigi, 1 luglio - (Agenzia Nova) - Profondamente diviso da diverse settimane sulla designazione del nuovo amministratore delegato, il consiglio di amministrazione della prima banca italiana, Unicredit, ieri giovedì 30 giugno ha finalmente ritrovato la sua unità per nominare all'unanimità il francese Jean-Pierre Mustier. La nomina ha messo fine ad un periodo di grande incertezza, dopo l'annuncio delle dimissioni di Federico Ghizzoni il 24 maggio scorso. Un ritardo che ha assai preoccupato i mercato così come il ministro dell'Economia Pier Carl Padoan, che ha fatto pressione sul consiglio di amministrazione perché la scelta avvenisse "al più presto possibile". Le azioni della prima banca italiana per raccolta dall'inizio dell'anno hanno perso il 62 per cento del loro valore. Mustier, che ha 55 anni, prenderà le sue funzioni il 12 luglio prossimo: conosce bene l'azienda perché dal 2011 al 2014 è stato il vice di Ghizzoni con delega alle attività di banca di finanziamento, anche se ha trascorso quasi tutta la sua carriera nella banca francese Société Générale.
Caso Regeni, il Senato italiano approva la prima sanzione contro l'Egitto
Rio de Janeiro, 1 luglio - (Agenzia Nova) - Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, inizia oggi un tour di 10 giorni in America Latina, durante il quale visiterà Messico, Uruguay e Argentina. L'obiettivo del capo dello Stato, spiega il quotidiano "Jornal do Brasil", è "consolidare le relazioni con i paesi considerati strategici da parte del governo di Roma", dopo le recenti visite del primo ministro Matteo Renzi e del presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. Il viaggio di Mattarella inizierà in Messico, la seconda più grande economia dell'America Latina e una nazione chiave per l'Italia viste le sue dimensioni e la vicinanza agli Stati Uniti. Poi sarà la volta dell'Uruguay, dove Mattarella incontrerà il presidente Tabarè Vazquez. L'ultima tappa sarà in Argentina, dove è presente una vasta comunità italiana. Italia e Argentina hanno relazioni bilaterali potenzialmente privilegiate e potrebbero avere un ruolo chiave nei negoziati tra l'Unione Europea e il Mercosur per un accordo di libero scambio.
Michael Gove e Boris Johnson (foto LaPresse)
Londra, 1 luglio - (Agenzia Nova) - L'ultimo numero del settimanale britannico "The Economist" analizza le opzioni di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea sottolineando che non ce n'è una che possa contenere tutte le richieste dei sostenitori della Brexit ed escludere tutto ciò che a loro non piace. C'è da considerare, inoltre, che l'articolo 50 del Trattato di Lisbona riguarda l'uscita e non il cambiamento delle relazioni commerciali. I due negoziati potrebbero essere condotti in parallelo, ma l'accordo commerciale probabilmente richiede più tempo dei due anni previsti dall'articolo 50, a meno di ricorrere a una formula già collaudata, come quella norvegese. La rubrica "Charlemagne", dedicata agli affari europei, osserva, inoltre, che la comprensione per la Gran Bretagna da parte dei partner europei non durerà a lungo. In un articolo pubblicato sul quotidiano "The Telegraph", l'ex primo ministro Tony Blair avverte che "il paese è in pericolo" e che ha bisogno di uno "statista serio" in grado di delineare il futuro fuori dall'Ue; l'ex premier laborista sottolinea che i negoziati di uscita saranno di straordinaria complessità e richiama i contendenti alla leadership del Partito conservatore a un autentico spirito patriottico.
Londra, 1 luglio - (Agenzia Nova) - In primo piano sulla stampa del Regno Unito il finale a sopresa della prima fase, quella delle candidature, della contesa per la guida del Partito conservatore: nell'ultimo giorno utile per la presentazione, a proporsi come aspirante leader Tory e primo ministro non è stato Boris Johnson, ex sindaco di Londra e leader dello schieramento per la Brexit, ma il suo sodale nella campagna referendaria, il segretario alla Giustizia Michael Gove. Johnson ha dovuto concludere, "dopo aver consultato colleghi e considerato la situazione in parlamento", di non poter essere il prossimo premier, costretto a uscire di scena da Gove, "giunto alla conclusione che Boris non può offrire la leadership o costruire la squadra per il compito che ci attende". Pare che l'ex alleato lo abbia avvisato solo pochi minuti prima di emettere il comunicato, anche se qualche tensione tra i due era trapelata dalla rivelazione di una mail privata inviata a Gove dalla moglie Sarah Vine, columnist del "Daily Mail": la giornalista consigliava al consorte di chiedere a Johnson garanzie sul suo ruolo in un futuro governo prima di appoggiarlo e lo avvertiva delle diffuse riserve su BoJo nel partito e nei media. Ora la corsa al vertice è a cinque: oltre a Gove, sono in gara Theresa May, segretaria all'Interno; Liam Fox, ex segretario alla Difesa; Stephen Crabb, segretario al Lavoro e previdenza, e Andrea Leadsom, sottosegretaria all'Energia. Di "tradimento" e "pugnalata", con i coniugi Gove paragonati a Lord e Lady Macbeth, parlano tutti i giornali, di destra e di sinistra. Tuttavia, la "Bo-rexit" non attenua la severità dei giudizi nei commenti dei quotidiani progressisti. Per citarne uno, il caporedattore politico di "The Independent", Andrew Grice, afferma che Johnson è vittima della sua ambizione personale, pagata però a caro prezzo dall'intero paese. Da parte conservatrice, è il caso di "The Times", si accetta la "brutalità della democrazia" e si riconoscono a Gove l'abilità intellettuale, il coraggio politico e la decisione necessari per essere un grande primo ministro. Da segnalare, infine, le riflessioni sulle possibili conseguenze sui negoziati per l'uscita dall'Ue: per il "Financial Times", le opzioni si riducono perché tutti i candidati non sono propensi ad accettare le quattro libertà fondamentali del mercato unico europeo.
Madrid, 1 luglio - (Agenzia Nova) - Il premier uscente spagnolo Mariano Rajoy ieri ha aperto la porta ai negoziati con i leader delle altre forze politiche per cercare di formare il nuovo governo. Il primo contatto con le forze politiche che hanno ottenuto rappresentanza parlamentare è stato con Coalizione Canaria, presente in parlamento con un solo deputato. Le consultazioni del leader popolare saranno "personali", "esplorative", e, in gran parte, di "cortesia", hanno riferito fonti vicine al premier uscente. Le convocazioni di Rajoy serviranno principalmente ad aprire il dialogo che poi dovrebbe concretizzarsi attraverso incontri blaterali nel corso della prossima settimana per arrivare al 19 luglio, data di costituzione delle Camere, con le basi già pronte per un patto di governo. Rajoy intende concentrare i propri sforzi soprattutto sul Partito socialista (Psoe). La proposta che farà al leader socialista, Pedro Sanchez, se finalmente accetterà il dialogo, sarà "generosa" e potrebbe assumere la forma di una sorta di "governo di salvezza nazionale", in grado di intraprendere importanti riforme rimaste in sospeso dopo un anno di paralisi in cui non è stato approvato praticamente nessun progetto di legge, e in un momento in cui è urgente elaborare il nuovo bilancio dello Stato.
Berlino, 1 luglio - (Agenzia Nova) - A seguito del voto sulla Brexit, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) guarda con scetticismo anche allo sviluppo economico in Germania. Il Fondo ha segnalato infatti l’intenzione di rivedere al ribasso le sue previsioni di crescita per la maggiore economia europea. “Per quanto riguarda le nuove valutazioni, stiamo pensando ad una revisione al ribasso del prospettive di crescita”, ha dichiarato l’esperta di Fmi-Germania Enrica Detragiache, secondo cui la decisione dei cittadini britannici di lasciare l’Unione Europea costituirebbe un rischio anche per la Germania, a causa dei suoi strettissimi rapporti economici e commerciali con il paese d'Oltremanica. Nella relazione annuale stilata dall’Fmi prima del voto britannico, il fondo aveva innalzato le sue previsioni di crescita per il 2016 dall’1,5 all’1,7 per cento. Il prossimo anno, tuttavia, l’economia tedesca potrebbe effettivamente crescere soltanto di un punto e mezzo percentuale. Alla luce del calo della popolazione nel paese, l’Fmi chiede inoltre alla Germania l’attuazione di riforme strutturali e un allungamento della vita lavorativa: “La Germania, maestra nel prescrivere riforme strutturali alla Ue, anche al suo interno ha bisogno di una grande dose di questa medicina”, scrivono gli esperti dell’Fmi.
Presidenziali Usa: Donald Trump si prepara alle elezioni
New York, 1 luglio - (Agenzia Nova) - Il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, sta accelerando i preparativi per far fronte alle fasi cruciali della campagna elettorale che culminerà nelle elezioni presidenziali statunitensi, il prossimo novembre. Trump è impegnato a definire in maniera più precisa la propria proposta politica, mitigandone gli aspetti più controversi, come l'attacco a testa bassa alla minoranza islamica nel paese. La sua politica di sicurezza nazionale ora si concentra sulla proposta di bloccare l'immigrazione dai paesi legati al terrorismo. Trump ha altresì smentito alcune delle proposte e dichiarazioni attribuitegli dai media. "Non ho mai parlato di deportazioni di massa", ha scritto di recente su Twitter in riferimento all'immigrazione clandestina. E il mese scorso ha ribadito la sua apertura a incrementi del salario minimo nei singoli Stati dell'Unione e a un approccio più "flessibile" al taglio della pressione fiscale per le famiglie benestanti. Non è invece retrocesso di un passo in merito alla proposta di costruire un muro lungo il confine con il Messico per arginare l'immigrazione. Nel frattempo, Trump si prepara a scegliere la figura che lo affiancherà nella campagna elettorale quale candidato alla vicepresidenza: i due nomi più gettonati sono quelli del governatore del New Jersey, Chris Christie, e dell'ex presidente della Camera Newt Gingrich.


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