La donna uccisa a forchettate e Nichi Vendola che si sposa, se il compagno glielo propone

Redazione
I fidanzati di Pordenone trovati cadaveri nella loro auto e D’Annunzio respinto e mogio.

    DELITTI


     

    Marcella Caruso, 39 anni. Sposata col militare Antonio Tesauro, tre figlie piccole, gestiva una cartoleria a Foglianise (Benevento) con la moglie di un Antonio Tedino di anni 39, tipografo. L’altro giorno costui, che era il suo amante, andò a casa sua, dopo un’oretta tra i due chissà perché scoppiò una lite e lui, dopo averla riempita di botte, afferrò un forchettone da cucina e con quello la infilzò più volte in tutto il corpo. Quindi montò sulla sua Skoda Fabia, andò in campagna, vagò per qualche centinaio di metri finché si ritrovò di fronte a un pozzo e si buttò di sotto. Il cadavere della Caruso, seminudo, trovato in camera da letto, in una pozza di sangue, dalle figlie, al rientro da scuola.

    Pomeriggio di giovedì 19 marzo a Foglianise, Benevento.

     

    Trifone Ragone, 29 anni, e Teresa Costanza, 30 anni. Conviventi da un anno, a detta di tutti «innamoratissimi, sereni, gioviali», erano considerati la «coppia più bella» di Pordenone: lui, militare del 132esimo Ariete carri di Cordenons, originario di Monopoli, una passione per il sollevamento pesi e una fascia locale, quella di Lignano al concorso di Mister Friuli Venezia Giulia; lei, nata ad Agrigento, bionda, occhi azzurri, una laurea alla Bocconi nel 2010 in Marketing Management e un lavoro da subagente della compagnia Zurich. La sera di martedì 17 marzo, Ragone andò ad allenarsi nella palestra Skorpion, la fidanzata lo aspettò lì fuori, poi si allontanarono abbracciati e raggiunsero la loro Suzuki Alto bianca parcheggiata vicino al Palasport. Trovati cadavere in auto, uccisi da più colpi alla testa con un pistola calibro 7.65, da un’insegnante di yoga che alle 19.50, al termine della lezione, andò riprendere la sua auto, avvertì lo scricchiolio di alcuni vetri sotto le scarpe, alzò gli occhi e vide i corpi immobili e insanguinati. Due le piste seguite dalla polizia: passionale (un’amante di lui o uno spasimante di lei); mafiosa (lo zio di Teresa, Antonio Costanza, venne ucciso dalla mafia nel 1996).

    Verso le 19.30 di martedì 17 marzo a Pordenone.

     

     

    SUICIDI


    Giancarlo Giusti, 48 anni. Ex giudice del tribunale di Palmi agli arresti domiciliari da quando, il 28 settembre 2012 aveva tentato d’impiccarsi nel carcere di Opera: il giorno prima era arrivata la condanna in primo grado a quattro anni per i suoi rapporti con il presunto boss Giulio Lampada, imprenditore delle slot machine legato alla famiglia Valle e al clan Condello di Reggio Calabria. Da questo Lampada, aveva ricevuto notti con escort al Grand Hotel Brun di Milano. Un anno fa fu anche accusato d’avere favorito la scarcerazione di tre affiliati al clan Bellocco di Rosarno. La sentenza della Cassazione che ha reso definitiva la condanna a 3 anni, 10 mesi e 20 giorni per concorso esterno in associazione mafiosa gli fu comunicata il 5 marzo, due giorni prima del suo compleanno. Domenica 15 marzo s’impiccò con un cavo d’acciaio alla finestra della taverna.

    Domenica 15 marzo in una villetta di via Caracciolo a Montepaone Lido, Catanzaro.

     

    AMORI


     

    PORNOGRAFIA Tamara de Lempicka, amori saffici con donne che condivideva con altre celebri lesbiche cosmopolite. Conobbe il primo marito, l’avvocato russo Tadeusz Lempicki, a un ballo di carnevale, travestita da pastorella polacca con oca al guinzaglio. Con lui ebbe una figlia, Kizette, tanto trascurata quanto ritratta in pittura. Il secondo marito, il barone Raoul Kuffner de Diószegh, che le diede il titolo nobiliare, quando morì la lasciò erede dei suoi beni, ma con la clausola che gli sopravvivesse per almeno sessanta giorni. Ospite al Vittoriano, dove avrebbe voluto ritrarre D’Annunzio, subì le inutili avance di lui (definito «orrendo nano in divisa»). Lui tampinò «la cammellona» fino in camera da letto, spogliandosi nudo, a sorpresa. La pittrice lo liquidò: «Non sopporto la pornografia». E lui se ne andò mogio per i corridoi, ripetendo: «Sono vecchio, vecchio, ecco perché non mi vuole».

    Marco Vallora, La Stampa 19/3

     

    CANADA Nichi Vendola annuncia: «Tra due mesi chiuderò una fase della mia vita. E sposerò Ed (Eddy Testa, ndr), se me lo chiederà». Dopo due mandati, infatti, non sarà più il governatore della Puglia e potrebbe decidere di compiere scelte personali importanti: «Ed ha avuto molta pazienza in questi dieci anni, quando tornavo a casa stanco, nervoso a volte sotto inchiesta, pressato da mille cose». Comunque non si trasferirà in Canada, Paese del suo compagno: «Non potrei mai vivere lì, per motivi meteorologici. Sono un uomo del Sud, non sopravviverei in un paese dove per quattro mesi l’anno si sta a meno 30». Non è scartata l’ipotesi di diventare padre: «È un pensiero che riposa in un angolo della mia vita. Un argomento rimandato a dopo l’esperienza di governatore. Da maggio tutto cambierà».

    Giulia Cerasoli, Chi 18/3

     

    TV Quando è in casa, Rihanna guarda la tv, spesso sta alzata tardi la notte sul divano a vedere cartoni animati: «Faccio tour in giro per il mondo, ho centinaia di migliaia di persone che invocano il mio nome. Ma a volte mi sento molto sola».

    Lorenzo Soria, La Stampa 16/3

     

    DECAPPOTTABILE Raffaele La Capria conobbe Ilaria Occhini nel 1961, quando si stava dividendo dalla prima moglie, Fiore Pucci. L’attrice aveva 27 anni, lui dodici di più. «Diventammo subito l’attrazione di certi giornalisti, ci disturbavano parecchio. Ricordo la prima vacanza in Sardegna, tra Stintino e l’Isola Rossa. Me la portavo sott’acqua tenendola per mano, facevo pesca subacquea con lei». Di lei lo colpì l’intraprendenza: «Una volta comprò per me a Milano un’auto di seconda mano, me l’ero guadagnata con una sceneggiatura. Ebbene, la portò lei, guidando fino a Roma in un’unica tirata. Quando mi affacciai dal balcone dello studio dove abitavamo e vidi questa giovane donna al volante della decappottabile, tutta ridente d’estate, pensai a quanto fosse bella». Considera la casa il simbolo della loro unione: «Tutto porta il segno del suo gusto e del suo amore per le cose: è come se vivessi dentro di lei».

    Elvira Serra, Corriere della Sera 15/3