Cicip e ciciap. Milanesi molto benestanti finalmente felici. Dopo due settimane di blackout mondano causa coronavirus (unica maligna soddisfazione per le madame intéllo-chic, la sospensione dal 9 marzo a data da destinarsi della “colazione di compleanno” per Matteo Salvini organizzata come ogni anno da Daniela Javarone, sciura di ambizioni eterne e rocciose come le pietre che porta al collo) è arrivata la conferma che TEFAF, il Salone dell'antiquariato e arte contemporanea di Maastricht, il più prestigioso del mondo, si terrà. A dispetto degli altri settanta appuntamenti cancellati in Europa, che hanno mandato in crisi fiere e albergatori, il governo dell'Aja ha fatto sapere che, non avendo sul territorio né casi né tantomeno focolai di infezione, rimandare non avrebbe avuto senso. La particolarità che molti degli ospiti raggiungano la kermesse in aereo privato deve aver avuto un peso sulla decisione. Nessuna restrizione o controllo speciale per gli espositori, fra cui dominano gli italiani e in particolare i milanesi, il gruppo più nutrito: da Carlo Orsi a Massimo De Carlo, massimi esponenti di arte antica il primo, contemporanea il secondo, sono circa una ventina. In attesa che arrivino i primi ospiti (la preview per i collezionisti si apre domani: dal 7 marzo, cioè quando i vip abbandoneranno il campo, porte aperte a tutti con biglietti a 40 euro al giorno, anche se dietro le quinte si prevede un calo importante di visitatori “comuni”), gli espositori hanno imparato a salutarsi battendosi il gomito invece di stringersi la mano.
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