Ci sono parole che nascono due volte. Cibernetica, per esempio: fu proposta da André-Marie Ampère nella prima metà dell'Ottocento nella sua classificazione delle scienze per indicare l'arte di governare gli uomini, e non è un caso che dica “governare” perché il termine cybernetiké (techne) indicava proprio l'arte di tenere il timone di una nave e dirigerla; d'altronde anche la parola governo derivava dall'immagine del timone: dunque cibernetica e governo, all'origine, volevano dire la stessa cosa a partire dalla stessa metafora. Poi cibernetica rinacque. Fu il matematico Norbert Wiener a darle un nuovo significato poco più di un secolo dopo, ammettendo esplicitamente alcuni anni più tardi di non essere stato a conoscenza del conio di Ampère: intendeva con questo termine cogliere con un'unica nuova parola un nuovo modo di studiare l'organizzazione e la struttura degli organismi viventi, intesi sia come individui sia come sistemi di individui e, più in generale, di tutti i sistemi dove vi fosse scambio di informazioni tra le parti. La cibernetica, secondo Wiener, sostanzialmente combinava le conoscenze e i metodi dell'ingegneria, della biologia e della psicologia comportamentale tenendo come nozioni comuni e fondanti quelle di autoregolazione, di informazione e di calcolo automatico.
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