Caro Renzi, è il momento di rassicurare e unificare
Più i soliti noti cercano di sottoporlo a gogna, più mi sta simpatico. Più i soliti vedovi delle occasioni perdute si lamentano del dolente stato delle cose politiche italiane, che peraltro secondo me vanno benone, Bisconte compreso, più penso con nostalgia canaglia agli ultimi governi significativi di questo paese: Craxi, Berlusconi, Monti, Renzi. Non ai massimi livelli, di quelli che istruiscono le pratiche per il bene della patria, ma anch'io sono un consigliori, per il bene della causa e della banda. Quindi ora vorrei dare dei consigli a Matteo Renzi.
Caro Renzi, hai fatto a sorpresa un governo che a molti di noi ha restituito, non dico il sorriso, ma una tranquillitas animi di cui avevamo bisogno dopo quel caos di asini scalcianti e molto cattivi finito ingloriosamente al Papeete. Hai fatto una scissione nel Partito democratico per ragioni politiche, cioè di potere, e hai messo nel recinto dei “renziani” un magnifico gruppazzo di combattenti (parola grossa, vabbè) per il riformismo liberale (altra parola grossa, altro vabbè, ma così lo definisce il superCalenda). Niente da eccepire, anzi applausi. Salvo per il nome che, scusa lo sbuffo di sincerità oltraggiosa, mi fa veramente cagare: non potevate chiamarlo Pdr (Partito per le riforme) o Pdl (Partito della Leopolda)?


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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